Iliade un primo momento (vv. 250-253) alla delusione di chi ha capito di non avere scampo: amaro disincanto e rassegnazione al destino, infatti, investono Ettore quando l eroe si rende conto della propria solitudine e dell inganno di Atena (M è accanto ormai la morte funesta, non è più lontana, / e non c è scampo, vv. 300-301). Secondo un intelligente stratagemma narrativo Achille colpisce l avversario al collo, lasciando intatta la trachea (vv. 324-329). Solo in questo modo tra i due potrà avvenire l ultimo scambio di parole e l eroe sconfitto riceverà l onore che merita. L orgoglio di Ettore si esprime, così, nel desiderio di una morte gloriosa e nella preoccupazione che il suo corpo possa ottenere gli onori funebri da parte dei genitori e dei concittadini (Per la vita ti prego, per le ginocchia, per i tuoi genitori, / non lasciare che i cani mi sbranino accanto alle navi degli Achei, / accetta invece a iosa il bronzo e l oro, / i doni che ti faranno mio padre e la nobile madre, / ma da indietro il mio corpo alla mia casa, perché con il fuoco / mi onorino, quando sia morto, i Troiani e le loro donne, vv. 338-343). La risposta di Achille, tuttavia, non ammette sconti al suo desiderio di vendetta (vv. 345-354): Patroclo avrà solenni esequie, mentre il suo uccisore sarà pasto di cani e uccelli, la fine peggiore per un eroe, sottratto agli onori estremi dei funerali. Una conciliazione impossibile Gli eroi condividono lo stesso codice di comportamento, essendo mossi dalla timé, dall onore, l uno per vendicare Patroclo, l altro per difendere la propria città. Ettore, per esempio, ormai consapevole del destino di morte imminente, afferma lucidamente di inseguire la fama presso le generazioni future (Che almeno non abbia a morire senza battermi e senza gloria, / ma compiendo qualcosa di grande, che si sappia anche in futuro!, vv. 304-305), la stessa fama ricercata da Achille. Eppure i due personaggi restano agli antipodi. Achille si fa dominare dall ira e dalla sete di vendetta: non solo si rifiuta di venire a patti con il nemico, ma ne oltraggia senza ritegno il corpo, trascinandolo sul campo davanti alle mura (Forò i tendini dietro l uno e l altro piede, / tra calcagno e malleolo, vi passò le cinghie di cuoio, / che poi legò al carro, lasciò penzolare la testa, / salito quindi sul carro e caricate le belle armi, / sferzò per farli partire, né contro voglia presero il volo. / Intorno a lui, trascinato, s alzò un polverone; si sparsero / i capelli neri, era immersa tutta nella polvere / la testa poco prima bellissima, vv. 396-403). Ettore, invece, cerca fino all ultimo di porre dei limiti alla violenza e di stabilire regole condivise con l avversario, a tutela dell onore di entrambi. Le sue ultime parole (vv. 356-360) serviranno a compensare l eccesso della rabbia di Achille, profetizzandogli la morte per mano di Paride e Apollo, in un futuro non lontano, alle porte Scee. Il motivo della predizione indirizzata dallo sconfitto al vincitore non è nuovo: era già contenuto nelle parole rivolte a Ettore da Patroclo morente (libro XVI). Del resto anche se la fine di Achille non è trattata nell Iliade, costituiva argomento ben noto al pubblico dell epoca, che la conosceva dagli altri poemi del ciclo troiano. LABORATORIO SUL TESTO COMPRENDERE 1. Lo zampino di Zeus. In che modo Zeus interviene nel duello? 2. Dinanzi al nemico. Per quale motivo Ettore decide di porre fine alla fuga e di affrontare l avversario? 3. Eroi a confronto. Che cosa propone Ettore ad Achille prima di iniziare lo scontro? a Di impegnarsi reciprocamente a restituire il corpo dell avversario sconfitto. b Di rimandare lo scontro a un momento più favo- revole. c Di invocare gli dèi perché siano imparziali. d Di limitarsi all uso della spada. 4. All inizio delle ostilità. Chi scaglia la lancia per primo? Con quale esito? 5. L intervento di Atena. Quando Ettore si rende conto del tradimento della dea? 171