Iliade Anfora rappresentante Priamo e Achille, 550 a.C. circa. 600 605 610 615 620 Disse e tornò nella tenda Achille glorioso, sedette nel seggio bellissimo da cui s era alzato, contro l altra parete, e disse a Priamo parole: «T è reso il figlio, o vecchio, come hai pregato, è steso nel feretro: all apparir dell aurora lo vedrai, lo porterai via. Ora pensiamo alla cena. Anche Niobe chioma bella pensò a mangiare, a cui dodici figli morirono in casa, sei fanciulle e sei giovani nel fior dell età. Questi li uccise Apollo con l arco d argento, irato contro Niobe, l altre Artemide urlatrice, perché a Latona bel viso Niobe osò fargli uguale: la dea diceva due figli fece, lei molti ne partorì. Ma quelli ch eran due soli tutti i molti le uccisero. E giacquero nove giorni nel sangue, non c era nessuno per seppellirli, ché in pietre aveva cambiato la gente il Cronide. Al decimo giorno li seppellirono infine i Celesti. Ebbene anche lei pensò al cibo quando fu stanca di pianto. Ora là fra le rocce, sui monti solinghi, nel Sìpilo, ove sono raccontano i letti delle divine ninfe, che danzano intorno all Acheloo, là, fatta pietra dai numi, cova il suo strazio. Pensiamo noi pure, dunque, vecchio glorioso, al cibo; poi piangerai il caro figlio, ricondotto in città; ti costerà molto pianto . Omero, Iliade, libro XXIV, vv. 468-620, trad. di R. Calzecchi Onesti, Einaudi, Torino 2005 602. Niobe chioma bella: Niobe dalla bella chioma. Figlia del re della Lidia Tantalo, sposa del tebano Anfione, si vantava di aver avuto una prole più numerosa di Latona e fu per questo punita dagli dèi. Apollo e Artemide, figli di Latona, le uccisero i dodici figli. Trasformata in pietra dal dolore, non smise di piangere. 606. Artemide urlatrice: epiteto formulare. 607. Latona: madre di Apollo e Artemide. 611. Cronide: Zeus, figlio di Crono. 612. i Celesti: gli dèi. 615. Sìpilo: monte dell Asia Minore, in Lidia. 616. Acheloo: fiume che sgorga dal monte Sìpilo. 177