Eneide SPECCHI di CARTA Capita che la vita riservi un segno o un evento difficile da interpretare, inatteso e sorprendente, oppure semplicemente una scelta difficile rispetto a una situazione imprevista. In questi casi possiamo affannarci a cercare nel passato o nel nostro repertorio di esperienze qualche aiuto che aumenti la nostra capacità di comprensione, oppure assecondare il desiderio di voltare pagina, cambiare e affrontare una nuova fase della nostra vita. Non è difficile immaginare che dinanzi al cavallo di legno i Troiani fossero agitati da propositi e preoccupazioni opposte: da una parte la paura della novità, dall altra il desiderio del cambiamento. Che cosa fare? Lasciar prevalere la dimensione razionale, incarnata da Laocoonte, quella che ci invita a diffidare, a essere cauti, a riflettere? O quella più istintiva, che accoglie come un dono del cielo la possibilità di ricacciare indietro anni di sacrifici e dolori e gettarci in braccia a un futuro ignoto ma gravido di belle promesse? In fondo, questo è il senso più profondo della nostra esistenza: davanti ai bivi o alle porte che si aprono e si chiudono, ci rimane la dura ma inevitabile facoltà di scegliere. Ben sapendo che alcune decisioni possono essere irreversibili: sta a noi non ignorare, come invece hanno fatto i Troiani, il rumore delle armi nel ventre del cavallo e governare anche gli slanci più folli della nostra volontà, senza inibirli certo, ma disciplinandoli. ANALISI Un dolore indicibile La circostanza in cui Virgilio incastona nel poema il racconto della notte fatale di Troia è il banchetto offerto a Enea presso la corte di Didone: evidente è il richiamo alla situazione analoga dell Odissea, allorché Odisseo, ospite dei Feaci, è invitato da Alcinoo a rivelare le sue passate peripezie. Come già in Omero, la tecnica del flashback (o analessi) consente una rilettura sentimentale della vicenda, filtrata dal ricordo e dalla prospettiva personale del narratore interno Enea, uno sconfitto di quella tragica storia, costretto dal Fato alla fuga: non casuale e stridente è il contrasto tra la notte serena di Cartagine in cui avviene il racconto e quella violenta e drammatica di Troia (vv. 8-9). A causa dell alto grado di partecipazione emotiva ai fatti che deve riferire, l eroe sembra quasi schermirsi (Mi chiedi, o regina, di rinnovare un dolore indicibile, v. 3) e chiede pertanto comprensione per le lacrime inevitabili, che del resto spargerebbe anche un qualsiasi guerriero greco impegnato nel conflitto (vv. 6-13). L intero libro sarà segnato, infatti, dalla solidarietà di Virgilio nei confronti dei Troiani sconfitti, vittime del Fato e di un crudele inganno, ma anche da un atteggiamento di condanna della guerra e delle sue più atroci conseguenze. Nelle parole di Enea l inizio della fine per Troia arriva con la costruzione di un cavallo di legno, alto quanto una montagna, presentato dai Greci come un voto agli dèi per propiziare il ritorno in patria. In realtà l interno del cavallo è pieno dei migliori uomini armati, mentre il resto dell esercito con la flotta si è nascosto presso l isola di Tenedo, in posizione riparata (vv. 13-25). Nel frattempo nulla può impedire la diffusione di un clima di festa tra i Troiani, che escono dalle mura, visitano curiosi i luoghi in cui erano accampati i Greci e cominciano, infine, a interrogarsi sul significato dell enorme costruzione (vv. 26-39). Il monito di Laocoonte e la sua tragica morte Quando il popolo di Troia è già diviso sul da farsi, l intervento del sacerdote Laocoonte insinua atroci sospetti sulla situazione in sé insolita e non priva di segni di pericolo. Diversamente da quanti vedevano con favore il colosso di legno, Laocoonte mette in guardia i concittadini dal credere che i Greci siano davvero partiti (Troiani, non credete al cavallo. / Di qualunque cosa si tratti, ho timore dei Danai / anche se recano doni, vv. 48-50). In questo passaggio il discorso diretto conferisce ulteriore drammaticità alla scena rievocata da Enea. A convincere finalmente i Troiani a introdurre la statua di legno in città è però la morte raccapricciante di Laocoonte e dei suoi figli innocenti, uno tra i momenti più drammatici dell Eneide. Mentre il sacerdote troiano svolge un sacrificio a Nettuno, infatti, all improvviso emergono dal 333