Virgilio UNIT 1 ANALISI 348 Il legame tra sorelle Il libro IV dell Eneide è dominato dalla figura di Didone, regina di Cartagine, giunta sulle coste dell Africa dalla città fenicia di Tiro. Il suo destino è simile a quello di Enea: vedova del marito Sicheo (ucciso a tradimento dal fratello di Didone, Pigmalione), la regina ha affrontato un lungo viaggio prima di stabilirsi in Libia, non diversamente da Enea, con il suo seguito; l eroe troiano, che non ha ancora raggiunto il luogo destinatogli dal Fato, le invidia il fatto di aver edificato una nuova patria. La regina comincia a provare attrazione fisica e sentimentale verso lo straniero, scoprendosi in breve tempo innamorata. Virgilio sviscera l animo in subbuglio di Didone attraverso un vibrante dialogo-confessione con la sorella Anna, detta concorde (v. 8, dal latino cum + cor, cordis, con [un solo] cuore ), per aver condiviso con lei molte delle sue passate sofferenze: la morte del marito Sicheo, il tradimento del fratello che voleva sottrarle il regno, la fuga. Il legame d affetto tra le due donne è forte e Virgilio non manca di sottolinearlo: Anna risponde alla regina O alla tua sorella più cara del sole (v. 31). Gli scrupoli di Didone Una ridda di pensieri opprime Didone: da un lato il ricordo del vecchio marito e la ferma promessa di non risposarsi (vv. 15-19), dall altro l attrazione fatale verso l ospite, ammessa a fatica (Lo confesso, Anna, infatti, dal fato del misero sposo / mio Sichèo, e dalla strage fraterna che asperse i Penàti, / lui solo i sensi ha piegato, e ha colpito, sì che ora vacilla, / l animo. Riconosco l antica fiamma e i suoi segni, vv. 20-23). Il suo sfogo vibra di antitesi laceranti, tanto che l ammissione colpevole e sofferta del sentimento d amore verso Enea si risolve fatalmente in un ripiegamento sul pudore iniziale (Quello, colui che per primo a sé mi congiunse, i miei amori / si è rapito: lui li abbia con sé, e nel sepolcro li serbi, vv. 28-29). Il primo amore non si scorda mai, recita un adagio: per Didone il primo amore è, ancora a distanza di anni, un ineludibile punto di riferimento, dal quale non sa staccarsi senza porsi un serio problema di coscienza. La forza dell amore La risposta della sorella Anna ha il sapore di un invito a riconciliarsi con la vita dopo anni di sofferta vedovanza: se Didone prima ha rifiutato le offerte di pretendenti sgraditi, come Iarba (vv. 35-37), adesso non ha più ragione di negarsi e di consumare la giovinezza senza i piaceri dell amore (ma muoverai guerra perfino a un amore gradito?, v. 38). Gli argomenti con i quali Anna cerca di persuadere Didone a lasciarsi trasportare dalla forza del sentimento, al di là degli scrupoli del pudore, sono anche di tipo politico: con Enea al suo fianco può garantire una maggiore sicurezza al suo regno, ancora esposto a gravi pericoli provenienti dai popoli confinanti e dalle trame del fratello, che l ha già tradita (vv. 39-49). Convinta dalla sorella a deporre ogni riserva (vv. 54-55) e a trattenere l ospite presso di sé, Didone ordina sacrifici per propiziare gli dèi (vv. 56-65), ma nulla può contro la forza dirompente del suo sentimento, che la rende simile a una cerva colpita dalla freccia di un pastore, che percorre i boschi con il dardo nel fianco senza trovare pace (vv. 68-73). La notte, dopo aver portato tutto il giorno Enea in visita alle meraviglie della città in costruzione, sola nel letto, non fa che pensare all uomo di cui è innamorata e struggersi senza fine (lontana, lui sente e lui vede lontano, / o tiene in grembo Ascanio (a rapirla è del padre l immagine), / quasi potesse ingannare così il suo amore indicibile, vv. 83-85). In Virgilio manca, in effetti, una rappresentazione positiva dell amore: esso sembra inscindibile dal dolore e dal tormento, anche quando è corrisposto.