Alle origini dell epica UNIT 3 di un popolo. Tale declinazione del mito è particolarmente frequente nel repertorio greco, spesso legato alla guerra di Troia o ai viaggi intrapresi dagli eroi nel Mediterraneo all epoca della prima (XI-X secolo a.C.) e della seconda colonizzazione (VIII-VI secolo a.C.). 3. LE FONTI In principio era Omero L intera letteratura greca trae le sue origini dal racconto della guerra di Troia e da Omero: il leggendario autore dei più famosi poemi epici dell antichità costituisce, pertanto, la prima fonte del mito greco. I miti più antichi vengono riferiti anche da un altro poeta, Esiodo, vissuto tra l VIII e il VII secolo a.C., il quale nella Teogonia ( generazione degli dèi ) si interroga sull origine degli dèi e del mondo ( T1, p. 62). Dello stesso autore è un poema didascalico sulle tecniche dell agricoltura, Le opere e i giorni, nel quale viene approfondito il ruolo delle divinità come ispiratrici delle norme etiche e sociali che regolano e disciplinano la convivenza tra gli uomini. Dalla poesia alla prosa Un interesse diverso muove, invece, lo storico Erodoto (V secolo a.C.), che raccoglie il patrimonio mitologico dei Greci e degli altri popoli (che egli chiama barbari , termine greco di origine onomatopeica per indicare gli stranieri, letteralmente balbuzienti ), mosso dalla convinzione che ogni mito, per il semplice fatto di esistere e di far parte di una tradizione, contenga un nucleo di verità. 4. IL MITO IN ET ELLENISTICA E ROMANA L epica di Apollonio Rodio 60 Nel periodo successivo alla morte di Alessandro Magno (323 a.C.), la cosiddetta età ellenistica, si tornò a studiare il mito con una curiosità erudita, riscoprendo spesso varianti meno note. Un esempio di questo nuovo atteggiamento si riscontra nell opera del poeta Apollonio Rodio (295-215 a.C.). Nato ad Alessandria d Egitto, grande centro della cultura ellenistica, ebbe il soprannome di Rodio a causa del lungo soggiorno a Rodi, isola dell Egeo orientale dove secondo la tradizione si era recato in seguito a polemiche avute con il suo maestro, il poeta Callimaco. Il suo nome è legato soprattutto alle Argonautiche, lungo poema epico in quattro libri dedicato all impresa degli Argonauti ( marinai della nave Argo ) nella Colchide, regione affacciata sul mar Nero. Al centro dell opera sono le avventure di Giasone, figlio di Esone, re di Iolco in Tessaglia, al quale il fratellastro Pelia ha sottratto il trono. Lo zio spedisce Giasone in una missione pericolosa per sbarazzarsene: gli promette, infatti, di restituirgli il trono a condizione che gli consegni il vello d oro custodito dal re Eeta nella selvaggia Colchide. Il vello d oro è la pelle di un ariete capace di volare, donato da Ermes a Nefele affinché salvasse i figli Elle e Frisso dalla furia di Ino, la nuova moglie di suo marito Atamante. L ariete aveva portato in salvo nella Colchide solo Frisso, mentre Elle era caduta nello stretto poi chiamato Ellesponto (i Dardanelli). Una volta sacrificato l animale agli dèi, Frisso aveva poi offerto la pelle dorata al re Eeta, che l aveva inchiodata a una quercia, incaricando un drago della sua custodia.