Il mito greco e romano SPECCHI di CARTA Forti della nostra mentalità moderna basata sul pensiero scientifico e razionale ci viene quasi da sorridere di fronte alle figure di Prometeo e di Pandora. Certo, il fuoco è stato rubato dal cielo Gli uomini primitivi devono averlo visto, per la prima volta, nascere dallo schianto di un fulmine. La donna che porta una giara contenente tutti i mali? L ennesimo racconto per giustificare il dominio degli uomini sulle donne, e per compensare la frustrazione derivante dal fatto che, da soli, i maschi non possono riprodursi, assicurandosi una discendenza. Prometeo e Pandora, però, sono risposte complesse a problemi che ancora oggi non sono così scontati. Perché dobbiamo lavorare? Perché è così complicato assicurarsi il sostentamento? Perché i viventi competono tra loro per accaparrarsi le risorse? Perché esistono le malattie, il male, il dolore? Nel mondo antico la realtà con le sue dinamiche spaventose e incomprensibili veniva addomesticata dal mito, che la rendeva più familiare e abitabile. Ai fenomeni venivano collegati nomi, avvenimenti, capricci, che rimandavano alla dimensione umana e insieme la trascendevano, verso le «infrangibili dimore del sacro. Ora, grazie agli importantissimi progressi del pensiero, sappiamo molto di come funzionano le stagioni, i fulmini, le malattie, l apparato digerente, i cicli della vita e la rotazione dei pianeti. Ma cosa ci protegge dalla loro forza? Dai loro misteri irrisolti? Dal fatto che nonostante i passi da gigante compiuti dal sapere siamo presi in un campo di forze che ci sovrasta, che ci impone le sue leggi, che ci colpisce, nonostante tutto, con numerosi e incomprensibili urti? ANALISI Il primo inganno di Prometeo Il brano delle Opere e giorni si apre con una constatazione fondamentale: gli dei hanno nascosto si presume sottoterra gli alimenti (v. 42), cioè il cibo necessario alla sopravvivenza degli uomini. Perciò questi ultimi sono costretti a lavorare duramente, in modo che la terra produca i suoi frutti. Se così non fosse (diversamente, v. 43), gli uomini potrebbero fare a meno dell agricoltura, richiamata, attraverso una doppia metonimia, dai buoi e le mule (v. 46) usate per tirare l aratro. Anche il commercio diverrebbe superfluo, tanto che il timone necessario per governare le imbarcazioni verrebbe appeso sopra al focolare (v. 45). In effetti, prima delle vicende legate al mito di Pandora, gli uomini vivevano in uno stato di beatitudine primordiale: non conoscevano la sofferenza e il sudore del lavoro, poiché non esistevano malattie e la terra produceva automaticamente il necessario per vivere. Il mito di Prometeo e di Pandora racconta la perdita di questa condizione primitiva, spiegando le ragioni della fragilità e della fatica a cui sono soggetti gli esseri umani. Tutto comincia con un episodio che non è direttamente riportato nelle Opere e giorni, ma soltanto alluso ai vv. 47-48: Zeus nascose gli alimenti giacché l ingannò Prometeo. Questo primo inganno del titano è narrato in un altra opera di Esiodo, la Teogonia. Durante un banchetto a cui partecipavano uomini e dèi, Prometeo ebbe il compito di suddividere le parti di un animale offerto in sacrificio. Il titano riservò agli uomini le parti migliori, e diede agli dèi soltanto le ossa, ricoprendole di grasso per renderle, a prima vista, appetibili e succulente. Accortosi dell inganno, Zeus accetta comunque la spartizione; tuttavia, punisce gli umani nascondendo gli alimenti e privandoli del fuoco. Dal furto del fuoco alla creazione della prima donna L astuto Prometeo non si perde d animo: il titano ruba una scintilla agli dèi e la porta agli umani, restituendo loro l uso della fiamma. Zeus, nuovamente furioso, medita una terribile vendetta. Oltre a infliggere una dolorosa punizione a Prometeo (non menzionata nel brano), Zeus inventa un devastante flagello per l umanità, che si presenta, però, sotto forma di un dono allettante, di cui tutti / godano nell animo (vv. 57-58). Lo stratagemma è simile a quello adottato da Prometeo nella spartizione dell animale, e anche al cavallo di legno ideato da Ulisse per espugnare la leggendaria città di Troia. In questo caso, il dono ingannevole usato da Zeus è Pandora, la prima donna, creata con l aiuto di vari dèi dell Olimpo. La sua caratteristica fon- 65
T1 Esiodo, IL MITO DI PANDORA (da Opere e giorni, vv. 42-105)