Alle origini dell epica UNIT 3 damentale è il contrasto tra l aspetto esteriore e le inclinazioni del carattere: da un lato, infatti, Atena, Afrodite e altre dee minori la ricoprono di ornamenti, donandole una bellezza capace di suscitare voluttà tormentosa e pene che divorano le membra (v. 66). Dall altro, Hermes le infonde menzogne e parole ingannevoli e indole dissimulatrice (v. 78). Similmente ai racconti di altre culture antiche come la storia di Adamo ed Eva, raccolta nella Bibbia il mito di Pandora rappresenta le donne come responsabili di un errore originario, che ricade negativamente anche sugli uomini. In effetti, secondo questo punto di vista tipico delle antiche società patriarcali le donne nascondono sotto la bellezza e il piacere dei sensi una grande minaccia per gli uomini: ne consumano le risorse e le energie, sfuggono al loro controllo, costituiscono l origine prima della loro rovina e delle loro debolezze. Una fatale sventatezza Il perfido dono di Zeus, tuttavia, da solo non basta a condannare l umanità. Pandora, infatti, viene recapitata da Zeus a Epimeteo, il fratello di Prometeo. Nonostante sia un dio, Epimeteo incarna qualità negative prettamente umane. Tali difetti emergono sin dall etimo del nome: se Prometeo significa colui che pensa prima , Epimeteo è colui che pensa dopo , che agisce, cioè, d impulso, senza prevedere le conseguenze delle sue azioni. Infatti, nonostante gli avvertimenti del fratello (che a lui Prometeo disse di non / accettare dono [ ] perché nessun male toccasse ai mortali, vv. 86-88), Epimeteo accoglie Pandora, assicurando agli uomini un destino di sofferenze. Del resto, il valore della ponderazione e della riflessione è grandemente celebrato nel mito greco (pensiamo, ad esempio, alla metis di Ulisse). Al contrario, l avventatezza e l abitudine ad agire senza pensare risultano fatali per gli esseri umani. Tornando al piano dei significati culturali e sociali, dunque, la donna viene rappresentata come una forza incontrollabile che può essere gestita solo attraverso la prudenza e la capacità di frenare gli impulsi. Tuttavia, il mito contiene significati complessi e contrastanti: il carattere di Pandora, infatti, è molto simile a quello di Prometeo. Anche il titano amico degli umani è esperto di inganni e dotato di indole dissimulatrice. Il calcolo e la capacità di usare il linguaggio e l intelligenza, d altra parte, sono caratteristiche positive che distinguono la specie umana dagli altri viventi. Il vaso di Pandora Dopo essere stata accolta da Epimeteo, Pandora apre il coperchio di un grande orcio, che imprigionava al suo interno malanni e sofferenze. Esiodo non fornisce molte informazioni sull orcio, che doveva essere un immagine diffusa nel mito, e quindi ben presente nella memoria del pubblico di allora. L esiziale contenuto del vaso si sparge sulla terra, e così gli uomini smettono di vivere senza mali e senza dura fatica / e senza morbi crudeli (vv. 91-92). Per volere di Zeus, tuttavia, Pandora richiude il vaso prima che da esso possa uscire anche Elpis (v. 96), la speranza. Il fatto che Elpis rimanga nell orcio ha un valore positivo: significa che gli uomini conservano la speranza, che ne possono disporre, contrariamente a quanto succederebbe se uscisse nel mondo insieme agli innumeri dolori (v. 100). Zeus, probabilmente, non vuole che gli umani siano completamente soggetti alla sofferenza, ma che abbiano le risorse per reagire, continuando a lottare per i loro desideri nonostante la durezza della vita. Il mito di Prometeo e di Pandora, dunque, fornisce la spiegazione della necessità del lavoro, dell esistenza del dolore e del conflitto tra i sessi; allo stesso tempo, esorta gli individui a non perdere la speranza, per quanto fragile e precaria. Spesso i miti, del resto, aiutavano gli antichi a rendere più familiari e accettabili i lati spaventosi o incomprensibili della vita. Giulio Bonasone, Epimeteo apre il vaso di Pandora, 1531-1576. 66