Per quanto riguarda i passi in avanti che la ricerca ha compiuto finora, l’informatico statunitense Donald Knuth ha sottolineato che ad oggi l’intelligenza artificiale riesce a fare gran parte di ciò che richiede l’atto di pensare, ma non riesce a compiere la maggior parte delle azioni che le persone eseguono . Questo significa, per esempio, che per un computer è molto più semplice giocare a scacchi o moltiplicare grossi numeri in una frazione di secondo piuttosto che distinguere un cane da un gatto. Infatti, fin dall’origine della specie gli esseri umani hanno dovuto ciò che gli si palesava davanti. Basti pensare agli uomini primitivi per i quali era una questione di sopravvivenza capire se si trovavano in presenza di un cerbiatto o di una tigre. Migliaia di anni e di evoluzione ci hanno insegnato a cogliere, senza doverci soffermare a pensare, ciò che ci troviamo di fronte; diversamente vale per i calcoli matematici complessi, che i nostri cervelli biologici compiono da poche centinaia di anni perché prima semplicemente non servivano, né esistevano. Una stringa di codice ben realizzato in quel caso è in grado di batterci in un battibaleno. : per capire ancora meglio come sia difficile riprodurre il funzionamento del cervello umano si pensi al captcha, che spesso viene richiesto prima di accedere a una pagina web: una sequenza di lettere scritta in modo storto e discontinuo che va riconosciuta e riscritta in uno spazio apposito per poter proseguire nella navigazione in rete. L’essere umano è in grado di distinguere le lettere dal momento che il cervello è abituato a processare informazioni dotate di prospettiva, angolature e distorsioni percettive | Vedi , p. 38 |, i programmi software, invece, non sono generalmente in grado di riconoscerle. senza pensare imparare a riconoscere ESEMPIO Unità 2 Non è ancora stato realizzato un computer in grado di agire e reagire come l’essere umano.