2. I contributi della Gestalt e del neocomportamentismo Nel 1911, negli Stati Uniti, Thorndike aveva pubblicato il testo Animal Intelligence. Sei anni dopo, nel 1917, Wolfgang K hler, un importante esponente della psicologia della Gestalt, chiamata anche psicologia della forma | UNIT 1 S |, documentava l esito di alcuni importanti esperimenti che avrebbero introdotto elementi di novità nella riflessione sull apprendimento. 2.1 LA PSICOLOGIA DELLA GESTALT | Come abbiamo visto, la base teo- rica della psicologia della Gestalt, una delle teorie più importanti e innovative degli inizi del Novecento, era l approccio olistico ai fenomeni psichici, secondo il famoso assioma «il tutto è diverso dalla somma delle sue parti . Per i gestaltisti, infatti, un sistema complesso come la mente umana non poteva essere compreso a partire dalle sue capacità più elementari. Al contrario, erano queste che dipendevano da principi di organizzazione superiore, che ne condizionavano il funzionamento. A differenza dei comportamentisti, gli studiosi della Gestalt erano fermamente convinti che fosse necessario comprendere i processi psichici e non soltanto i legami tra causa ed effetto del comportamento. K hler e l apprendimento per insight | Durante la Prima guerra mondiale Wolfgang K hler | L AUTORE| condusse nell isola di Tenerife una serie di esperimenti con alcuni scimpanzé. I test erano molto simili a quello di Thorndike: L AUTORE :2/)*$1* . +/(5 :ROIJDQJ . KOHU QDVFH QHO D 5HYDO LQ (VWRQLD 6WXGLD fiORVRfiD H SVLFRORJLD DOO XQLYHUVLW¢ GL 7XELQJD H %RQQ SHU SRL WUDVIHULUVL D %HUOLQR GRYH RWWLHQH LO GRWWRUDWR GL ULFHUFD H FROODERUD FRQ 0D[ :HUWKHLPHU 'DO DO VL WUDVIHULVFH D 7HQHULIH SHU VWXGLDUH LO FRPSRUWDPHQWR GHL SULPDWL LQ SDUWLFRODUH VFLPSDQ]« QHOOD 6WD]LRQH SHU OD ULFHUFD VXJOL DQWURSRLGL *UD]LH D TXHVWH RVVHUYD]LRQL HODERUD LO FRQFHWWR GL LQVLJKW H DSSURIRQGLVFH OR VWXGLR GHOOD ULVROX]LRQH 1887 QDVFH D 5HYDO (VWRQLD GHL SUREOHPL GD SDUWH GHO VRJJHWWR DO FHQWUR GHOOH LQGDJLQL GHOOD SVLFRORJLD GHOOD Gestalt. $O VXR ULWRUQR D %HUOLQR GLYHQWD GLUHWWRUH GHOO ,VWLWXWR GL SVLFRORJLD VSHULPHQWDOH H SURIHVVRUH GL 3VLFRORJLD fiQR D TXDQGR QHO ª FRVWUHWWR D IXJJLUH GDOOD *HUPDQLD GRSR DYHU FRQWHVWDWR OH OHJJL UD]]LDOL GHO QD]LVPR 6L WUDVIHULVFH QHJOL 8VD GRYH GLYLHQH SUHVLGHQWH GHOO $PHULFDQ 3V\FKRORJLFDO $VVRFLDWLRQ 0XRUH QHO D (QfiHOG QHO 1HZ +DPSVKLUH 1920 GLUHWWRUH GHOO ,VWLWXWR GL 1967 PXRUH SVLFRORJLD VSHULPHQWDOH GL %HUOLQR 1913 VWXGLD D 7HQHULIH LO 19 FRPSRUWDPHQWR GHL SULPDWL FR D (QfiHOG 1934 VL WUDVIHULVFH 19 QHJOL 8VD QH unità 7 | L apprendimento | 181
2. I contributi della Gestalt e del neocomportamentismo