. Se esistono studenti che si pongono sempre obiettivi elevati e che pretendono troppo da loro stessi, ne esistono altri che hanno la sensazione di essere inadeguati, di non avere la capacità di comprendere e che considerano la partita dell’apprendimento persa ancora prima di cominciare. Si tratta di un problema molto serio perché, se si ritiene fin dall’inizio di non essere in grado di capire una cosa, si preclude alla propria mente la possibilità di riuscire a vincere la sfida dello studio. Ci sono alcune materie, come per esempio la matematica o le lingue, che generano spesso questo tipo di atteggiamento: un ragazzo vi si può avvicinare pensando “questa cosa non fa per me”, “non sono portato per questa disciplina”, “non ce la farò mai…” e così via. In realtà la matematica, come le lingue, come ogni altra disciplina, sono ambiti culturali che si conquistano a poco a poco, fallendo alcune volte, ma poi riuscendo a organizzare una rete di informazioni e di competenze sufficienti per proseguire. Chi non desiste fin dall’inizio, ma scopre di riuscire a procedere nello studio, acquista una che arriva a sostenerlo e a dargli la fiducia necessaria per affrontare argomenti nuovi; avere sfiducia in sé stessi sensazione di autoefficacia . In alcuni casi a produrre l’insuccesso è una dose troppo elevata di ansia. La paura di fallire genera la sensazione di aver dimenticato tutto quello che si è studiato, e ci porta a ripetere la lettura della stessa frase o della stessa pagina senza che le informazioni entrino nella testa: è un pensiero devastante che ci impedisce di apprendere, ma soprattutto di riuscire a recuperare e a comunicare ciò che è stato appreso; per cui ci sembra che lo studio sia stato del tutto inutile. Quando si studia, l’ansia, di per sé, non è necessariamente un male: essere un po’ preoccupati prima di una verifica o di una interrogazione fa parte del gioco e, se ben gestita, l’ansia serve anche da quando sentiamo che le scadenze si avvicinano e che abbiamo ancora delle lacune. Quando però l’ansia impedisce di pensare, quando la sola idea di affrontare un compito di studio produce un’angoscia insopportabile e quando sottoporsi a una verifica è come andare al patibolo, allora il problema diventa serio. Esistono delle tecniche efficaci per combattere l’ansia, per esempio attuando delle pratiche di rilassamento, come mettersi in una posizione comoda, chiudere gli occhi, assecondare il proprio respiro e sciogliere progressivamente le tensioni muscolari. Un’altra strategia utile è studiare insieme a un amico perché l’ansia, quando è condivisa, tende a diminuire. Se però il problema dovesse rimanere e diventare più grave, occorre far ricorso a uno specialista di training autogeno o a uno psicologo. farsi prendere dalla paura segnale di allarme p. 259 T2 La tecnica base di rilassamento per IMMAGINI - Un esame andato male Michele Pietro Cammarano (1835-1920) è stato un pittore e docente italiano. In questo quadro del 1870, ora alla Galleria d’Arte Moderna di Firenze, l’artista coglie lo scoramento e la delusione di un giovane ragazzo che malgrado i suoi sforzi (i libri sono accatastati alle sue spalle su una cassapanca) non è riuscito a superare l’esame. Spesso un fallimento può generare molto sconforto. L’importante è tenere presente che anche situazioni come queste possono capitare e che tutto può essere recuperato. Michele Cammarano, Lo studente bocciato, 1870 ca. Galleria d’Arte Moderna, Firenze.