la femmina invece si identificherà con la madre. Queste due identificazioni, tuttavia, sono anch esse molto fluide, specialmente nel contesto contemporaneo, perché in realtà ognuno di noi conserva al suo interno tratti maschili e tratti femminili di cui si serve a seconda di quanto viene richiesto dalle circostanze della vita. 3.3 LE ULTIME FASI DELLO SVILUPPO SESSUALE | Una volta esauritasi la fase fallica, il bambino entra nel periodo della latenza, che dura dai sei agli undici anni, durante il quale la pulsione sessuale si allenta. In questo periodo, che coincide con l ingresso nella scuola primaria, il bambino si dedica soprattutto a compiti di scoperta e di apprendimento. L ultima fase, detta genitale, a cui si accede in età preadolescenziale, vedrà la comparsa dei caratteri sessuali secondari e l inizio della vita sessuale vera e propria, mentre le vicende infantili rimarranno rimosse. Tuttavia, come abbiamo detto, tutte le precedenti vicissitudini, benché dimenticate, lasceranno il segno. Ogni crisi nel superamento di una qualsiasi di queste fasi contribuirà a plasmare gli aspetti più profondi del nostro carattere e potrà in alcuni casi produrre quei sintomi che caratterizzano il disturbo mentale. Il racconto di Sofocle, allora, mostra davvero la sua verità anche sul piano del destino. Così come Edipo senza saperlo esegue proprio ciò che l oracolo gli aveva predetto, allo stesso modo ognuno di noi porta dentro le tracce della sua vita sessuale infantile, che condizionano i suoi comportamenti, pur al di fuori di ogni consapevolezza. 3.4 DOPO EDIPO, NARCISO | A partire dal 1914 Freud operò un profondo rinnovamento delle basi teoriche descritte in precedenza. La prima grande rivoluzione fa riferimento nuovamente a un mito greco, quello del giovane Narciso. Nella mitologia classica costui era un ragazzo bellissimo, tanto che chiunque lo vedesse, uomo o donna, giovane o vecchio che fosse, non poteva fare a meno di innamorarsene. Narciso però era molto sprezzante e non accettava l amore di nessuno. La sua fine fu molto tragica e beffarda: un giorno si chinò per bere nelle acque di un ruscello e lì, riflessa nell acqua, vide, per la prima volta, l immagine del suo volto. Lo scambiò per quello di un altro, ne rimase terribilmente attratto, si chinò per baciarlo, ma perse l equilibrio e morì annegato. Si narra che nel luogo ove Narciso trovò la sua morte spuntasse un fiore molto bello: quello che oggi si chiama narciso. Quali sono i punti di contatto di questo mito con la teoria psicoanalitica? Secondo Freud, ancora prima di incorrere nelle vicende edipiche e precisamente durante i primi mesi di vita, il bambino proverebbe amore esclusivamente per se stesso, perché non è ancora in grado di distinguere il suo corpo da quello materno e quindi pensa che il seno della madre, per esempio, sia parte di sé: i due corpi sono per il neonato un unità indistinta verso cui sono rivolte le sue emozioni. Tale condizione rappresenta un unità 12 | La psicoanalisi | 339