5.3 LA GUERRA | Un giorno, nel 1931 il Comitato sull arte e la letteratu- | T2 Perché la guerra? p. 351 ra della Lega delle nazioni (quella che oggi è l Onu, l Organizzazione delle nazioni unite) propose ad Albert Einstein e a Sigmund Freud, i più noti intellettuali dell epoca, di sviluppare un dibattito sul tema della guerra. Albert Einstein partecipò molto volentieri sostenendo che l umanità avrebbe sicuramente dovuto trovare il modo per evitare altre guerre e per risolvere i conflitti attraverso vie diplomatiche, altrimenti, con le armi di cui si cominciava a disporre, le conseguenze sarebbero state devastanti. Freud invece partecipò con molta più riluttanza e, alla fine, scrisse un articolo nel quale sosteneva che l indole dell uomo, purtroppo, non è solo positiva. Nella natura umana c è un ineliminabile componente distruttiva in base alla quale inevitabilmente la guerra e il dolore sono destinati a ritornare, mentre la pace non potrà mai instaurarsi in modo definitivo. Purtroppo si dovette constatare che la storia avrebbe dato ragione a Freud; del resto, nel 1931 si respirava già l odore violento e terribile del fascismo in Italia, mentre in Germania si stava diffondendo la propaganda ignobile che avrebbe portato al potere Hitler. 5.4 IL DISAGIO DELLA CIVILT | Un anno prima, nel 1930, Freud aveva pubblicato una delle sue opere più importanti dal punto di vista dell analisi della società, Il disagio della civiltà. In essa compariva in modo ancora più chiaro la disillusione nei confronti delle speranze di miglioramento dell umanità. Freud infatti sosteneva, contrariamente a quello che si poteva pensare allora, che l incremento delle scoperte scientifiche e delle loro applicazioni in campo tecnologico avrebbe condotto l uomo non a una maggiore felicità ma a un malessere profondo. Per essere più precisi, l uomo tecnologico moderno avrebbe vissuto una vita più lunga, più comoda, meno sottoposta alle malattie e alla povertà, ma anche più infelice perché ogni progresso civile comporta anche una rinuncia all esercizio del piacere. In altri termini, l uomo primitivo è sottoposto alla natura e alle malattie, ma non deve sottomettersi a restrizioni culturali e a divieti sociali; l uomo moderno invece si trova costretto a reprimere molte delle sue pulsioni per integrarsi nel contesto sociale. Con il progredire della civiltà aumentano, secondo Freud, anche le restrizioni e gli obblighi che la società ci impone. PER LO STUDIO 1. L Io è in grado di padroneggiare il conflitto fra Es e Super Io? 2. A partire da quali episodi Freud concepisce l idea della pulsione di morte? 3. Perché Freud è pessimista sul destino dell umanità? Per discutere INSIEME Freud pensa che l umanità farà sempre la guerra. Einstein invece ritiene che un bel giorno ci sarà la pace. Tenendo conto di quanto è avvenuto negli ultimi settant anni, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, provate a formulare la vostra opinione argomentandola e confrontandola con quella del vostro docente. unità 12 | La psicoanalisi | 345