ESEMPIO: | T1 I limiti etici della ricerca p. 451 un luogo comune suggerisce che mangiare pesce contribuisca ad aumentare l intelligenza delle persone. Se noi volessimo dimostrare scientificamente questa ipotesi dovremmo formare un gruppo sperimentale con soggetti che mangiano pesce una volta al giorno per due mesi. Poi però avremmo bisogno anche di un gruppo di controllo di soggetti che pur partecipando all esperimento mangiano liberamente. Tutti i soggetti andrebbero sottoposti a un test di intelligenza prima di iniziare l esperimento e dopo la sua conclusione. Se si registrassero degli incrementi significativi nei punteggi al test dei soggetti del primo gruppo che non fossero invece riscontrabili nei soggetti del secondo gruppo, la nostra ipotesi sarebbe verificata e la dieta a base di pesce risulterebbe davvero efficace per migliorare le prestazioni intellettuali dei soggetti. Altrimenti l ipotesi sarebbe falsificata. Per capire l effettiva esistenza del rapporto di causa-effetto tra variabili è quindi necessario coinvolgere un certo numero di partecipanti all esperimento e dividerli in due gruppi: un gruppo sperimentale, in cui viene modificata la variabile indipendente come prevede l ipotesi sperimentale; un gruppo di controllo, che invece non prevede alcun intervento sulla variabile indipendente. Se i risultati rilevati nei due gruppi sono differenti allora possiamo concludere che l ipotesi di partenza ha una validità scientifica. Tuttavia, per riuscire a costruire un esperimento che sia valido occorre ridurre al minimo le possibili interferenze di altre variabili che non interessano l esperimento. Per questo è utile condurre l esperimento in un ambiente controllato sia nello spazio sia nel tempo: il laboratorio. Il laboratorio di psicologia non è un ambiente pieno di provette e reagenti. Si tratta piuttosto di una semplice stanza dove talvolta c è solo un computer, altre volte delle attrezzature più complesse per la registrazione cerebrale. La cosa fondamentale è che sia il più possibile isolata da rumori o distrattori esterni che potrebbero diventare ulteriori variabili e influenzare i risultati dell esperimento. Inoltre, la consapevolezza da parte dei soggetti di essere sottoposti a un test oppure a una valutazione potrebbe determinare una risposta non spontanea. Per cercare di eliminare questo problema si può ricorrere alla tecnica del cieco, in cui il soggetto non sa se viene assegnato al gruppo sperimentale o a quello di controllo. Quando possibile si utilizza la tecnica del doppio cieco , nella quale nemmeno lo sperimentatore è a conoscenza della composizione dei gruppi (egli infatti potrebbe inconsapevolmente aiutare un gruppo rispetto a un altro). Infine, generalmente è meglio che i soggetti coinvolti non siano informati sul reale scopo dell esperimento, così da evitare che vengano influenzati nel dare le loro risposte | APPROFONDIAMO, p. 428|. Infatti, conoscendo la finalità dell esperimento i partecipanti potrebbero involontariamente cercare di assecondare le aspettative dello sperimentatore, o di confermare le ipotesi che il ricercatore sta verificando. unità 1 | Metodologia della ricerca e statistica | 427