Donne in giardino di Claude Monet Tra Settecento e Ottocento le continue scoperte scientifiche sull ottica, sulle teorie dei colori e della rifrazione della luce, nonché l evoluzione di strumenti come la camera ottica e l invenzione della fotografia costringono gli artisti a confrontarsi continuamente con i meccanismi della percezione, e con la possibilità di replicarli o stimolarli attraverso la loro opera. Tra loro Claude Monet (1840-1926), uno dei padri dell Impressionismo francese. Cavallo di battaglia degli impressionisti è la pittura en plein air ( all aria aperta ), per imprimere la natura sulla tela così com è, o meglio così come appare. Claude Monet, 'RQQH LQ JLDUGLQR, 1867, olio su tela, Musée d Orsay, Parigi. Nel 1866 Monet comincia a dipingere Donne in giardino secondo questi presupposti: lavora nel giardino della sua casa e, per rendere il quadro il più possibile realistico , si fa addirittura calare la grande tela dentro una buca, in modo da poter realizzare la parte alta mantenendo lo stesso punto di vista. L ambizione del pittore, in sostanza, è: come posso rappresentare dei corpi in un paesaggio restituendo anche l impressione dell aria e della luce che circolano tra loro? Monet ci prova dipingendo non solo le luci, ma anche le ombre colorate, così come appaiono in realtà (le ombre infatti non sono grigie o a tinta unita, trattengono sempre una traccia di colore, a partire da quello dell oggetto riflesso), anzi aumentando di proposito gli effetti di contrasto tra una zona e l altra e caricando ombre e atmosfera di toni azzurri e violetti difficilmente percepibili con questa intensità. Le chiazze di luce sono infatti ottenute tramite l applicazione di pennellate colorate ben distinte, che se viste da troppo vicino risultano del tutto innaturali, mentre a una giusta distanza funzionano perfettamente nel trasmettere una determinata «impressione atmosferica. I contorni non sono chiaramente tracciati e le figure e le cose non sembrano avere una propria sostanza: quasi galleggiano dentro questa sinfonia cromatica che sembra ricevere luce dall interno. Siamo di fronte a un apparente contraddizione: per essere realista il pittore utilizza una tecnica che si potrebbe quasi definire antirealistica, lasciando a vista la pennellata e senza preoccuparsi di ricreare l illusione di trovarci di fronte a persone e oggetti veri. Egli lavora a questo quadro facendo leva sulla nostra percezione visiva, non per illuderla ma per riorientarla, in modo da farci vedere il mondo, o almeno un suo aspetto, attraverso i suoi occhi. unità 2 | La percezione | 47 FINESTRE INTERDISCIPLINARI Psicologia & Storia dell arte