Le scelte stilistiche L uso sapiente degli artifici scenici L oscurità che avvolge i due amanti ha un duplice significato simbolico: protegge Romeo dai parenti della giovane e cela ai due stessi protagonisti parte di quanto avviene sulla scena (per esempio il rossore di Giulietta). A nascondere la presenza dei due giovani l uno all altra, però, è soprattutto lo stratagemma teatrale in base al quale la scena si apre con un monologo di Romeo, che, contemplando la bellezza di Giulietta, la elogia con parole appassionate pronunciate tra sé e sé, senza che la ragazza senta quanto egli va dicendo; al monologo di Romeo corrisponde quello di Giulietta, immediatamente dopo, pronunciato prima di scorgere lo spasimante nascosto tra i cespugli sotto il balcone. Quest artificio scenico è un mezzo attraverso il quale lo spettatore ha diretto accesso all interiorità dei personaggi; ma permette anche all autore di velocizzare il procedere della vicenda, accelerando il precipitare degli accadimenti: se avesse saputo della presenza di Romeo, Giulietta non avrebbe manifestato così apertamente il suo amore, tanto che in seguito appare turbata, perché l atteggiamento conveniente di una giovane di buona famiglia dovrebbe essere improntato a maggiore riservatezza e ritrosia, prevedendo un lungo corteggiamento prima dell aperta manifestazione dei sentimenti. Dalla lirica al teatro Il dialogo tra i due amanti è caratterizzato da un linguaggio fortemente figurato ed è intessuto di immagini poetiche tratte da una lunga tradizione lirica, che va dallo Stilnovo al Petrarchismo. Ciò è evidente soprattutto (ma non solo) nelle battute di Romeo: Giulietta è il sole (v. 4); i suoi occhi Parlano (v. 14) e sono paragonati a due stelle tra le più lucenti del cielo (v. 16); ancora, la donna è assimilata a un angelo (un alato messaggero del cielo, v. 31), ma il suo sguardo è capace di uccidere (c è pericolo maggiore nel tuo sguardo / che in venti delle loro spade, vv. 7778). Si tratta di uno stile immaginifico e iperbolico*, molto stereotipato, ai limiti della leziosità: è come se Shakespeare si divertisse a riprendere e rielaborare, variandolo e portandolo alle estreme possibilità espressive, il vasto repertorio della lirica d amore a lui precedente, fondendone alcune tessere nel proprio testo teatrale. Leonard Whitling e Olivia Hussey in Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli (1968). 134 / IL SEICENTO