L individuo, la storia, la società La prosa per una società migliore Più che un indirizzo filosofico preciso, l Illuminismo ( p. 160) costituisce un orientamento culturale generale, finalizzato a promuovere idee e iniziative capaci di migliorare la condizione umana e garantire il progresso civile. A tale scopo, l intellettuale illuminista si fa sostenitore di battaglie politiche, progetta riforme, elabora teorie che abbiano una ricaduta immediata sulla gestione del potere, formula nuove interpretazioni del rapporto fra il cittadino e lo Stato. Convinto che l umanità moderna sia superiore a quella antica, egli si applica per renderla perfettibile e favorirne la felicità; ritiene questo compito non solo un diritto, ma anche un dovere, derivante dalla consapevolezza di poter cambiare il mondo, guidandolo verso quel benessere promesso dalle conoscenze scientifiche. Il sapere è quindi sempre rivolto a un applicazione concreta: la speculazione astratta è sostituita dalla ricerca dell utile, in una tensione costante a offrire proposte praticabili per una società migliore. Non a caso, è la prosa ad essere privilegiata, in quanto adatta al pubblico borghese e capace di divulgare con efficacia le nuove idee. Saggi, trattati, articoli e pamphlet sono i mezzi grazie ai quali i lettori possono essere informati e resi partecipi di un sapere aperto e non più dogmatico. FISSO I CONCETTI Montesquieu sostiene la divisione dei poteri dello Stato e la monarchia costituzionale. Rousseau ritiene che il governo debba essere espressione della volontà generale e preferisce la repubblica. L Illuminismo e la politica In campo politico, pur con un ventaglio di soluzioni molto ampio, l Illuminismo rifiuta l assolutismo non temperato dalla ragione e la teocrazia, cui contrappone l idea di uno Stato di diritto, fondato sull accordo tra i cittadini (il cosiddetto contratto sociale ) e non sull investitura divina dei governanti, oltre che sul riconoscimento dei diritti naturali alla vita, alla libertà, all uguaglianza, alla proprietà. Questa concezione dei diritti individuali, chiamata giusnaturalismo, ha le sue radici nel dibattito secentesco, ma acquista con l Illuminismo una valenza nuova e del tutto laica. Opera fondamentale del pensiero politico illuminista è Lo spirito delle leggi (1748) del francese Charles-Louis de Montesquieu (1689-1755). A partire da un approccio empirico che considera le diverse condizioni (culturali, economiche, climatiche e così via) in cui si formano i singoli sistemi legislativi, Montesquieu descrive gli effetti negativi del dispotismo e ne individua un antidoto nel principio della divisione dei poteri dello Stato (legislativo, esecutivo e giudiziario): una conquista, questa, ancora oggi alla base del liberalismo democratico. Mentre Montesquieu pensa a un governo moderato e guarda con ammirazione all Inghilterra liberale, modello di monarchia costituzionale lontana da ogni possibile degenerazione dispotica, un altro grande pensatore politico illuminista, il ginevrino Jean-Jacques Rousseau (1712-1778), promuove una visione politica ben più radicale. Idealizzando la purezza originaria dello stato di natura (è con lui che si sviluppa il mito del buon selvaggio , individuo che vive in una condizione primitiva ma è molto più felice dell uomo civilizzato), egli propone un contratto sociale che permetta di evitare l egoismo e la disuguaglianza originati dallo sviluppo della società moderna. Secondo Rousseau, occorre contrastare il dominio dei forti sui deboli, garantito soprattutto dalla proprietà privata, ed eliminare le invidie e la competizione tra gli uomini, assicurando a tutti i cittadini libertà e giustizia. Fondamento del nuovo patto civile è il principio della volontà generale, con cui si esprime la sovranità di tutto il popolo e non l insieme dei singoli interessi particolari. Quale che sia la sua forma ma la preferenza di Rousseau va alla repubblica il governo non detiene altro che una delega all esercizio del potere da parte del popolo, revocabile qualora la volontà ge- 186 / IL SETTECENTO