Carlo Goldoni – I GRANDI TEMI | 1 | La riforma teatrale Alla base della poetica goldoniana c’è in primo luogo la frequentazione di e della sua borghesia mercantile e professionale. Vivace centro editoriale, caratterizzato dalla circolazione di merci, di persone e quindi di idee, la città lagunare ospita inoltre molti teatri, nei quali si affolla un pubblico sempre più ampio e socialmente vario. A Venezia, inoltre, il teatro è diventato un’attività imprenditoriale redditizia, gestita da affaristi che investono denaro affittando gli stabili, assoldando le compagnie di attori e offrendo gli spettacoli a una platea pagante. Lo scopo principale degli impresari e delle compagnie è , perché questo garantisce l’affluenza degli spettatori. La qualità della messa in scena, di conseguenza, è spesso sacrificata: si propongono soprattutto (melodrammi e commedie anziché tragedie, apprezzate di norma da spettatori culturalmente più preparati) e , mentre gli attori scadono spesso nella comicità triviale. Quando Goldoni entra in contatto con il mondo delle scene, il genere più in voga è la commedia dell’arte, molto diffusa fin dal Seicento, in un’epoca in cui il teatro, uscendo dagli ambienti chiusi e riservati delle corti, aveva cominciato a richiamare anche un pubblico borghese e popolare. La commedia dell’arte è caratterizzata dalla presenza di un , cioè di una trama scritta nelle linee essenziali, mentre i dialoghi sono affidati all’ , che impersonano caratteri stereotipati (il servo sciocco, il mercante avaro, il dottore presuntuoso), riconoscibili grazie alle che indossano. Venezia divertire il pubblico in modo leggero e disimpegnato generi popolari intrecci scontati e ripetitivi canovaccio improvvisazione degli attori maschere Annibale Gatti, , 1840. Roma, Museo del Burcardo. Il drammaturgo italiano Carlo Goldoni (1707-1793) recita un sonetto davanti ai membri della Colonia Alfea