intre cci MUSICA c Jacopo Amigoni, Pietro Metastasio, il soprano Teresa Castellini, Farinelli, e Jacopo Amigoni, 1751 ca. Collezione privata. e Illustrazione dalla prima edizione di Orfeo ed Euridice di Gluck, 1764. Parigi. La scrittura operistica riceve un grande impulso dal lavoro del compositore cremonese Claudio Monteverdi (1567-1643), che con il suo Orfeo, eseguito nel Palazzo Ducale di Mantova nel 1607, e soprattutto con la sua ultima grande opera, L incoronazione di Poppea, del 1643, costituirà un modello essenziale per gli autori successivi. In questi melodrammi sono contenute alcune caratteristiche che l opera conserverà a lungo: la distinzione tra i momenti più propriamente d azione, chiamati recitativi , e quelli lirico-espressivi, destinati al canto, chiamati arie ; l inserimento di un brano strumentale all inizio dell opera e di danze in punti determinati dell azione; l uso dei ritornelli (ossia di sezioni ripetute). La diffusione europea Nel 1637, a Venezia, viene inaugurato il primo teatro d opera pubblico a pagamento. La partecipazione agli spettacoli operistici si estende a tutte le classi sociali, modificando in poco tempo i caratteri stilistici e tematici del melodramma: dalle vicende pastorali e mitologiche popolate di ninfe, eroi e divinità classiche si passa a soggetti storici in cui gli elementi drammatici si mescolano a momenti comici; allo stesso tempo, il protagonismo dei cantanti induce i compositori a scrivere melodie facili e orecchiabili, mentre le scene e i costumi diventano più elaborati e fastosi. In queste nuove forme, il melodramma si diffonde presto in tutta Italia (soprattutto a Napoli, Venezia e Roma), in Europa e in Russia. In Francia, il più grande compositore operistico del Seicento, Jean-Baptiste Lully (che era in realtà fiorentino e si chiamava Gio- 264 / IL SETTECENTO van Battista Lulli, 1632-1687), elabora uno specifico tipo di opera francese, la già citata tragédie-lyrique, una sorta di trasposizione in musica del teatro tragico di Pierre Corneille e Jean Racine, unita a una ricca orchestrazione e a una certa attenzione alla psicologia dei personaggi. L opera seria nel Settecento All inizio del Settecento, specialmente grazie all apporto di Alessandro Scarlatti (1660-1725) e in seguito del tedesco (naturalizzato inglese) Georg Friedrich H ndel (1685-1759), si afferma uno schema detto a forme chiuse (o a numeri chiusi ) a causa della netta separazione tra i vari momenti musicali e del ricorso a convenzioni prestabilite. L opera si presenta come una successione di arie (ampie melodie che servono a esprimere gli stati d animo dei personaggi, composte secondo modelli definiti) e duetti (arie a due voci), cuciti insieme da monologhi o dialoghi e inframmezzati da qualche coro. All inizio viene posto un brano strumentale definito sinfonia avanti l opera o, alla francese, ouverture, che significa appunto apertura . Il ruolo più importante, nel teatro del Settecento, è affidato all opera seria, di soggetto storico o mitologico, con personaggi che incarnano valori astratti e alte virtù (onore, perdono, generosità, amore). I maggiori poeti dell epoca, come Apostolo Zeno e Pietro Metastasio, fissano i contenuti e i caratteri dell opera seria attraverso la scrittura del libretto (la sceneggiatura dell intera vicenda, completa di tutti i testi dei recitativi e delle arie), che viene poi musicato dal compositore.