Che pietà? Mendace il labbro fedeltà mi giurava e intanto il cor pensava come lunge da me volgere il piede! A chi, misera me! darò più fede? Vil rifiuto dell onde io l accolgo dal lido; io lo ristoro dalle ingiurie del mar; le navi e l armi già disperse io gli rendo; e gli do loco nel mio cor, nel mio regno; e questo è poco. Di cento re per lui, ricusando l amor, gli sdegni irrito; ecco poi la mercede. A chi, misera me! darò più fede? enea Finch io viva, o Didone, dolce memoria al mio pensier sarai; né partirei giammai, se per voler de numi io non dovessi consacrare il mio affanno all impero latino. didone Veramente non hanno altra cura gli dei che il tuo destino. enea Io resterò, se vuoi che si renda spergiuro un infelice. didone No; sarei debitrice dell impero del mondo a figli tuoi. Va pur: siegui il tuo fato; cerca d Italia il regno; all onde, ai venti confida pur la speme tua; ma senti. Farà quell onde istesse delle vendette mie ministre il cielo; e tardi allor pentito d aver creduto all elemento insano, richiamerai la tua Didone invano. enea Se mi vedessi il core Giambattista Tiepolo, Mercurio esorta Enea alla partenza, 1760 ca. Vicenza, Villa Valmarana. didone Lasciami, traditore. didone 475 480 485 490 495 500 505 476 come il piede!: come allontanar- si da me. 477 fede: fiducia. 478 Vil dell onde: Enea era giunto a Cartagine in seguito a un naufragio. 479-480 lo ristoro del mar: lo risollevo dai danni della tempesta. 481 loco: ospitalità. 482 e questo è poco: e ciò non è ancora tutto. 483-484 Di cento irrito: rifiutando per lui l amore di moltissimi re (cento è un i- perbole per indicare una vasta moltitudine), ne suscito l ira. 485 mercede: ricompensa, ringraziamento. 488 memoria: ricordo. 490 numi: dèi. 491-492 consacrare latino: dedicare la mia fatica alla fondazione dell impero romano. 495-496 se vuoi un infelice: se desideri che un infelice venga meno al giuramento fatto (si renda spergiuro). 497-498 sarei debitrice a figli tuoi: sarei colpevole di aver sottratto ai tuoi discendenti l impero che spetta loro. 499 siegui: segui. 500-501 all onde speme tua: affida la tua speranza (speme, latinismo) ai venti e alle onde. 502-503 Farà il cielo: gli dèi (il cielo) renderanno quelle stesse onde strumento (ministre) della mia vendetta (vendette al plurale risponde a uno stilema classicheggiante). 505 d aver insano: d esserti affidato a un elemento instabile (insano) come il mare. LA POESIA ITALIANA DEL SETTECENTO / 267