Quivi i lari plebei da le spregiate crete d’umor fracidi e rei versan fonti indiscrete; onde il vapor s’aggira, e col fiato s’inspira. 100 Qui le case dei poveri ( ) rovesciano in strada cascate sconvenienti ( ) di liquami malsani e nocivi ( dai vasi più umili ( ); da essi ( ) si diffonde ( ) un fetore ( ) che si inala respirando ( ). 97-102 i lari plebei fonti indiscrete fracidi e rei) spregiate crete onde s’aggira vapor col fiato s’inspira in città. per metonimia “case”; nella religione romana i lari erano le divinità protettrici della casa. per metonimia “pitali”, “vasi da notte”. sono le deiezioni umane. forma antica per “fradici”, “marci”. 97 Quivi: lari: 98 spregiate crete: 99 umor: fracidi: Spenti animai, ridotti per le frequenti vie, de gli aliti corrotti empion l’estivo die: spettacolo deforme del cittadin su l’orme! 105 Animali morti ( ), abbandonati per le vie affollate ( ), riempiono il giorno d’estate con le loro esalazioni malsane ( ): che spettacolo ripugnante sul cammino ( ) dei cittadini! 103-108 Spenti animai frequenti aliti corrotti su l’orme singolare collettivo. 108 del cittadin: Né a pena cadde il sole che vaganti latrine con spalancate gole lustran ogni confine de la città, che desta beve l’aura molesta. 110 E appena cala il sole, i carri dei rifiuti ( ), con le coperture aperte ( ), percorrono ( ) ogni quartiere della città, che, ancora sveglia, respira ( ) quell’aria nociva ( ). 109-114 vaganti latrine spalancate gole lustran beve molesta i carri stercorari, che trasportavano i liquami organici fuori dalla città. Teoricamente dovevano muoversi di notte e con i coperchi chiusi, ma spesso tali regole non venivano rispettate. 110 vaganti latrine: Gridan le leggi, è vero; e Temi bieco guata: ma sol di sé pensiero ha l’inerzia privata. Stolto! E mirar non vuoi ne’ comun danni i tuoi? 115 120 Le leggi lo vietano, è vero; e Temi osserva con severità ( ) quello che accade: ma la pigrizia dei privati cittadini ( ) si cura soltanto di sé stessa. Cittadino dissennato! Non riesci a vedere, nel danno collettivo, anche il tuo stesso danno? 115-120 bieco guata l’inerzia privata nella mitologia classica era la dea della giustizia. 116 Temi: Ma dove ahi corro e vago lontano da le belle colline e dal bel lago e da le villanelle, a cui sì vivo e schietto aere ondeggiar fa il petto? 125 Ahimè, ma dove corro, dove vado vagabondo, lontano dai bei colli e dal bel lago e dalle contadinelle, alle quali l’aria così vivace e pura ( ) fa ondeggiare il petto? 121-126 schietto Va per negletta via ognor l’util cercando la calda fantasìa, che sol felice è quando l’utile unir può al vanto di lusinghevol canto. 130 La mia appassionata ispirazione ( ), che è felice solo quando può unire l’utilità al merito ( ) di un canto piacevole ( ), procede per una via trascurata ( ), cercando sempre ( ) l’utile sociale. 127-132 calda fantasìa vanto lusinghevol negletta ognor