«Te ricca di comune censo la patria loda; te sublime, te immune cigno da tempo che il tuo nome roda 25 «La patria, ricca di denaro pubblico ( ), ti loda; “poeta sublime”, “cigno immune dal tempo che possa cancellare il tuo nome” 25-28 comune censo chiama gridando intorno; e te molesta incìta di poner fine al , per cui cercato a lo stranier ti addita. 30 Giorno ti chiama a gran voce ( ); e ti incita fastidiosamente ( ) a terminare , per il quale ti indica agli stranieri che ti cercano. 29-32 gridando intorno molesta Il Giorno la più celebre opera di Parini; nel 1763 l’autore aveva pubblicato e nel 1765 ; da vent’anni il pubblico attendeva il completamento del poema, con un’insistenza che al poeta doveva risultare (v. 30). singolare collettivo. 31 : Giorno Il Mattino Il Mezzogiorno molesta 32 lo stranier: Ed ecco il debil fianco per anni e per natura vai nel suolo pur anco fra il danno strascinando e la paura: 35 Ma ecco che sei costretto ancora ( ) a trascinare in giro ( ), fra il dolore e la paura, il tuo corpo ( ) indebolito ( ) dalla vecchiaia ( ) e dalla malattia ( ): 33-36 pur anco nel suolo fianco debil per anni per natura il dolore per la caduta e la paura di essere travolto dalle carrozze. 36 fra il danno… e la paura: né il sì lodato verso vile cocchio ti appresta, che te salvi a traverso de’ trivii dal furor de la tempesta. 40 e la tua poesia tanto lodata non ti permette ( ) nemmeno un’umile carrozza ( ), che ti protegga agli incroci ( ) dalla furia del cattivo tempo. 37-40 appresta vile cocchio a traverso de’ trivii Sdegnosa anima! prendi prendi novo consiglio, se il già canuto intendi capo sottrarre a più fatal periglio. Anima fiera ( )! Assumi un nuovo atteggiamento ( ), se vuoi salvare la tua testa ormai ( ) canuta da pericoli ancor più gravi ( ). 41-44 Sdegnosa consiglio già più fatal periglio Congiunti tu non hai, non amiche, non ville, che te far possan mai nell’urna del favor preporre a mille. 45 Tu non hai parenti, né protettrici ( ), né tenute di campagna che possano avvantaggiarti rispetto agli altri ( ) nella casualità della sorte ( ). 45-48 amiche preporre a mille nell’urna del favor sono i favori assegnati dalla sorte (singolare collettivo). 48 favor: Dunque per l’erte scale arrampica qual puoi; e fa gli atrj e le sale ogni giorno ulular de’ pianti tuoi. 50 Quindi arràmpicati come puoi sulle ripide ( ) scale; e ogni giorno fai riecheggiare ( ) gli ingressi e le sale delle tue lamentose richieste ( ). 49-52 erte ulular pianti quelle dei palazzi nobiliari (come del v. 51), difficili da salire non tanto per la loro oggettiva ripidezza, quanto perché per farlo il poeta sarebbe costretto a umiliarsi. 49 erte scale: gli atrj e le sale O non cessar di porte fra lo stuol de’ clienti, abbracciando le porte de gl’imi, che comandano ai potenti; 55 Oppure non smettere di insinuarti ( ) tra la folla dei parassiti ( ), implorando l’aiuto ( ) di uomini infimi ( ), che però hanno influenza sui potenti; 53-56 porte clienti abbracciando le porte de gl’imi nell’antica Roma i clienti erano coloro che offrivano i propri servigi a un nobile in cambio di protezione. si tratta di un antico rituale di supplica. i cortigiani di infima condizione, che però sono nelle grazie dei potenti. 54 clienti: 55 abbracciando le porte: 56 gl’imi… potenti: