/ Vita superflua e vita attiva / Al proemio dell opera segue la descrizione del lungo sonno del giovin signore, che giace ancora pigramente fra le lenzuola mentre il resto del mondo è già da molto tempo attivo e laborioso. Il poeta ne descrive minutamente le occupazioni per evidenziare la vacuità della sua vita. METRO Endecasillabi sciolti. 40 45 50 55 60 36 onde: il termine allude genericamente alle superfici acquee (laghi, fiumi, mari). 38-39 cui la notte: il poeta allude alla necessità, diffusa tra le classi umili, di dormire in più persone nel medesimo letto a causa della mancanza di spazio. 310 / IL SETTECENTO 33-52 Il mattino sorge in compagnia dell alba, prima del sole, che poi appare grande all orizzonte a rallegrare gli animali, le piante, le terre e le acque. In quel momento l operoso contadino (buon villan) si alza (sorge) dal caro letto che (cui) di notte la sposa fedele e i suoi figli più piccoli (minori) hanno riscaldato (intepidìr); poi, portando sulle spalle i sacri attrezzi del lavoro agricolo (arnesi) inventati (che prima ritrovàr) da Cerere e da Pale, va al campo con il bue, che lo precede lentamente (lento), e lungo il piccolo sentiero scuote dai rami ricurvi le gocce di rugiada, che, come gemme preziose, rifrangono i raggi del sole che sorge (nascenti). Contemporaneamente si alza il fabbro, e riapre la rumorosa (sonante) officina, e riprende i lavori non finiti (opre non perfette) il giorno precedente (l altro dì), sia che (o se) renda sicure le casseforti (l arche assecura) al ricco preoccupato (inquieto) con chiavi difficili da contraffare (di chiave ardua) e congegni di ferro (ferrati ingegni), sia che intenda intagliare (o se incider vuol) gioielli e vasi d argento e d oro, per ornamento di spose novelle o di mense. PARAFRASI 35 Sorge il Mattino in compagnìa dell Alba innanzi al Sol che di poi grande appare su l estremo orizzonte a render lieti gli animali e le piante e i campi e l onde. Allora il buon villan sorge dal caro letto cui la fedel sposa, e i minori suoi figlioletti intepidìr la notte; poi sul collo recando i sacri arnesi che prima ritrovàr Cerere, e Pale, va col bue lento innanzi al campo, e scuote lungo il picciol sentier da curvi rami il rugiadoso umor che, quasi gemma, i nascenti del Sol raggi rifrange. Allora sorge il Fabbro, e la sonante officina riapre, e all opre torna l altro dì non perfette, o se di chiave ardua e ferrati ingegni all inquieto ricco l arche assecura, o se d argento e d oro incider vuol giojelli e vasi per ornamento a nuove spose o a mense. Ma che? tu inorridisci, e mostri in capo, qual istrice pungente, irti i capegli al suon di mie parole? Ah non è questo, Signore, il tuo mattin. Tu col cadente sol non sedesti a parca mensa, e al lume dell incerto crepuscolo non gisti jeri a corcarti in male agiate piume, come dannato è a far l umile vulgo. A voi celeste prole, a voi concilio di Semidei terreni altro concesse Giove benigno: e con altr arti e leggi per novo calle a me convien guidarvi. 53-60 Ma come? Al suono delle mie parole tu inorridisci e ti si rizzano i capelli in testa, come fossi un istrice pungente? Ah, non è questo, signore, il tuo mattino. Tu al tramonto (col cadente sol) non ti sei seduto a una tavola frugale (parca mensa), e ieri, alla luce tremante del crepuscolo, non sei andato a dormire in un duro letto (male agiate piume), come è condannato a fare il popolo comune (umile vulgo). 61-64 A voi, figli del cielo (celeste prole), a voi, consesso (concilio) di semidei in terra, il benevolo Giove ha concesso altro destino (altro): e a me spetta (convien) guidarvi per una nuova strada (novo calle) con altri espedienti (arti) e con altre regole (leggi). 40 sacri: perché inventati dalle divinità, ma anche perché Parini attribuisce un valore quasi sacrale al lavoro dei campi. 41 Cerere, e Pale: dee, rispettivamente, dell agricoltura e della pastorizia. 49 inquieto: per la paura dei ladri. 54 irti i capegli: al nobile si rizzano i ca- pelli in testa, come si dice comunemente, per lo sbigottimento o per il disprezzo. 61 A voi: a voi aristocratici.