Tu tra le veglie, e le canore scene, e il gioco oltre più assai producesti la notte; e stanco alfine in aureo cocchio, col fragor di calde precipitose rote, e il calpestìo di volanti corsier, lunge agitasti il queto aere notturno, e le tenèbre con fiaccole superbe intorno apristi, siccome allor che il Siculo terreno dall’uno all’altro mar rimbombar feo Pluto col carro a cui splendeano innanzi le tede de le Furie anguicrinite. 65 patetico 70 75 Tu hai prolungato ( ) la notte assai oltre, tra le feste, il teatro d’opera ( ) e l’emozionante ( ) gioco d’azzardo; e infine, stanco, in una carrozza dorata, tra il rumore di ruote rapide ( ), riscaldate dalla corsa ( ), e il calpestio di velocissimi cavalli ( ), hai sconvolto per un lungo tratto ( ) la tranquilla aria notturna, e hai squarciato le tenebre intorno a te con fiaccole potenti, così come quando ( ) Plutone fece ( ) rimbombare la Sicilia da un mare all’altro, guidando il carro davanti a cui splendevano le torce ( ) delle Furie che hanno serpenti al posto dei capelli ( ). 65-76 producesti canore scene patetico precipitose calde volanti corsier lunge agitasti siccome allor che feo tede anguicrinite TRECCANI Le parole valgono In greco significa “sofferenza”. Perciò diciamo un evento, un episodio o un atteggiamento che susciti un sentimento di malinconica commozione. A volte usiamo questo aggettivo per indicare una cosa o una persona che tenda artificiosamente a commuovere, insomma eccessivamente sentimentale: così si possono assumere pose o un’espressione . patetico pathos patetico patetiche patetica L’aggettivo può essere utilizzato anche in senso ironico in frasi come queste: «È stato veramente !»; «Ha fatto una figura davvero ». In tali casi che cosa si intende? patetico patetica perché fonte di , cioè di emozioni. rispetto al tramonto, il del v. 58. la carrozza è ricoperta di fregi dorati. perché poste in alto sulla carrozza, «ma anche perché partecipi dell’alterigia di questa» (Ferroni). la corsa della carrozza del giovin signore è paragonata a quella del carro di Plutone che rapì Proserpina (il celebre episodio mitologico è raccontato, tra gli altri, dal poeta latino Ovidio nel quinto libro delle ). che danno letizia. 66 patetico: pathos oltre più assai: crepuscolo 68 aureo cocchio: 72 fiaccole superbe: superbe 73-76 siccome allor… anguicrinite: Metamorfosi 80 lieti: Così tornasti a la magion; ma quivi a novi studj ti attendea la mensa cui ricoprien pruriginosi cibi e licor lieti di Francesi colli, o d’Ispani, o di Toschi, o l’Ongarese bottiglia a cui di verde edera Bacco concedette corona; e disse: siedi de le mense reina. Alfine il Sonno ti sprimacciò le morbide coltrici di propria mano, ove, te accolto, il fido servo calò le seriche cortine: e a te soavemente i lumi chiuse il gallo che li suole aprire altrui. 80 85 Così sei tornato al tuo palazzo ( ); ma qui ti attendeva a nuove occupazioni ( ) la tavola imbandita, che ( ) ricoprivano cibi appetitosi ( ) e vini inebrianti ( ) delle colline francesi, spagnole o toscane, oppure una bottiglia ungherese, alla quale Bacco concedette la corona di edera verde; e disse: «Prendi posto come regina delle mense». Infine il Sonno ti ha preparato con le proprie mani il morbido letto ( ), sul quale, dopo che vi sei stato accolto, il servo fedele ha fatto scendere ( ) le tende di seta ( ); e ti ha chiuso dolcemente gli occhi il canto del gallo che di solito li apre agli altri. 77-89 magion a novi studj cui pruriginosi licor lieti ti sprimacciò le morbide coltrici calò seriche cortine una bottiglia di Tokaji, vino ungherese scelto da Bacco, dio del vino, come il migliore. le tende di seta del letto a baldacchino. 81-82 Ongarese bottiglia: 87 seriche cortine: Dritto è perciò, che a te gli stanchi sensi non sciolga da’ papaveri tenaci Mòrfeo prima, che già grande il giorno tenti di penetrar fra gli spiragli de le dorate imposte, e la parete pingano a stento in alcun lato i raggi del Sol ch’eccelso a te pende sul capo. Or qui principio le leggiadre cure denno aver del tuo giorno; e quinci io debbo sciorre il mio legno, e co’ precetti miei te ad alte imprese ammaestrar cantando. 90 95 100 È quindi giusto ( ) che Morfeo non liberi i tuoi sensi stanchi dal profondo torpore ( ) prima che il giorno già pieno ( ) cerchi di penetrare fra gli spiragli delle imposte dorate, e prima che i raggi del sole, che sta sospeso ( ) alto ( ) sulla tua testa, illuminino appena in qualche punto ( ) la parete della tua camera da letto. Ora qui devono cominciare ( ) le piacevoli occupazioni ( ) della tua giornata; e da questo momento ( ) io devo sciogliere ( ) la mia nave ( ) dagli ormeggi, e, attraverso la poesia ( ), prepararti con i miei insegnamenti ( ) a imprese importanti. 90-100 Dritto da’ papaveri tenaci grande pende eccelso a stento in alcun lato principio… denno aver leggiadre cure quinci sciorre legno cantando precetti il poeta si riferisce, per metonimia, alle proprietà soporifere dell’oppio, che si ricava dai papaveri. il dio del sonno. fuor di metafora, “dare inizio alla mia opera”. 91 papaveri tenaci: 92 Mòrfeo: 99 sciorre il mio legno: