e dagl’infimi chiostri i mesti servi asceser tutti; e da le somme stanze le damigelle pallide tremanti precipitàro. Accorse ognuno; il volto fu spruzzato d’essenze a la tua Dama; ella rinvenne alfin: l’ira, il dolore l’agitavano ancor; fulminei sguardi gettò sul servo, e con languida voce chiamò tre volte la sua cuccia: e questa al sen le corse; in suo tenor vendetta chieder sembrolle: e tu vendetta avesti vergine cuccia de le Grazie alunna. L’empio servo tremò; con gli occhi al suolo udì la sua condanna. A lui non valse merito quadrilustre; a lui non valse zelo d’arcani uficj: in van per lui fu pregato e promesso; ei nudo andonne dell’assisa spogliato ond’era un giorno venerabile al vulgo. In van novello Signor sperò; ché le dame inorridìro, e del misfatto atroce odiàr l’autore. Il misero si giacque con la squallida prole, e con la nuda consorte a lato su la via spargendo al passeggiere inutile lamento: e tu vergine cuccia, idol placato da le vittime umane, isti superba. 530 535 540 545 pietose 550 555 Subentra qui il , che descrive la drammatica sorte del servo: l’ironia antifrastica lascia spazio all’amara riflessione. L’aggettivo è usato in : la pietà delle nobildonne si esercita, infatti, solo verso gli animali, non verso gli esseri umani. (vv. 542-543) punto di vista di Parini (v. 549) modo sarcastico e dalle stanze più basse ( ) salirono tutti i servi tristi; e dalle stanze più alte si precipitarono le damigelle pallide e spaventate. Arrivarono tutti; il viso della tua dama fu spruzzato di profumi ( ); alla fine ella si riprese: l’ira e il dolore l’agitavano ancora; gettò sguardi fulminanti ( ) sul servo, e con debole ( ) voce chiamò tre volte la cagnolina: e questa le corse al petto; con il suo atteggiamento ( ) le sembrò chiedere vendetta: e tu avesti la tua vendetta, giovane cagnetta allevata dalle Grazie. L’empio servo tremò; con gli occhi bassi ascoltò la propria condanna. Non gli fu d’aiuto l’aver lavorato in quella casa per vent’anni ( ); non gli fu d’aiuto l’affidabilità mostrata nel condurre a termine incarichi segreti ( ): invano furono pronunciate da parte sua preghiere e promesse; egli se ne andò da quella casa senza nulla ( ), spogliato di quella livrea ( ) per la quale ( ) in precedenza ( ) veniva rispettato dal popolo. Invano sperò di trovare un nuovo padrone ( ); poiché le nobildonne pietose inorridirono, e odiarono l’autore dell’atroce misfatto. L’infelice giacque sulla strada con i figli smunti ( ) e con accanto la moglie ormai vestita di stracci ( ), rivolgendo ai passanti inutili richieste di elemosina ( ): e tu, giovane cagnetta, potesti andartene fiera ( ), come una divinità ( ) placata da sacrifici umani. infimi chiostri essenze fulminei languida in suo tenor merito quadrilustre zelo d’arcani uficj nudo assisa ond’ un giorno novello Signor squallida prole nuda inutile lamento isti superba idol per farla riprendere dallo svenimento, come si usava al tempo. sacrilego, dal momento che ha osato colpire con un calcio una creatura divina. di quattro lustri, quindi di vent’anni. 534 fu spruzzato d’essenze: 542 empio: 544 quadrilustre: Pietro Longhi, , 1760 ca. Verona, Museo di Castelvecchio. Il caffè