Le tragedie di Alfieri tendono a ridurre le situazioni storiche e sociali a una , in cui si scontrano frontalmente . I protagonisti manifestano subito una sensibilità aliena da ogni compromesso e una volontà intransigente che né le forze naturali né quelle divine riescono ad arginare. La ricerca di libertà si configura allora non soltanto come lotta contro un tiranno particolare, ma come volontà di ribellione contro la natura e i limiti umani in generale. Se consideriamo a mo’ di esempio le due tragedie alfieriane più riuscite, e , possiamo constatare come la loro peculiarità risieda nella capacità dell’autore di trasferire gli , anziché rappresentarli attraverso lo scontro di due figure che si fronteggiano come duellanti. In questo modo il conflitto si sposta nell’interiorità dei personaggi, nell’io lacerato di Saul e di Mirra, e l’azione cede il passo all’analisi di sentimenti e passioni: il desiderio di ribellione, il senso di colpa, la drammatica percezione dello scorrere inesorabile del tempo e della morte incombente. lotta tra forze inconciliabili libertà e tirannide, bene e male, rettitudine e corruzione morale, coraggio eroico e meschinità Saul Mirra elementi oppositivi in un unico personaggio p. 342 | DAI TEMI AI TESTI: T1 myDbook La confessione di Mirra | 2 | La tensione antitirannica I personaggi delle tragedie e la vita stessa di Alfieri sono attraversati da un , che si rivolge ora contro figure concrete, ora contro forze oscure avvertite come un limite per l’autonomia dell’individuo. Il bisogno di libertà da qualsiasi vincolo e condizionamento si esprime nel , morale e politica. Lo scrittore non mette in dubbio la legittimità del principio di autorità, ma è insofferente, per indole, ai confini che esso impone. Ai suoi occhi, in questo senso, tutte le forme di governo – siano esse monarchiche, oligarchiche o democratiche – minacciano di ingabbiare la personalità degli esseri umani e di inibirne desideri e impulsi. perenne istinto di ribellione rifiuto di ogni costrizione Giuseppe Antonio Orelli, (affresco), 1754. Bergamo, Chiesa di San Bartolomeo e Santo Stefano. San Bartolomeo davanti al tiranno