Le tirannidi contro cui si scaglia la polemica alfieriana sono soprattutto le , alla cui condanna egli accomuna quella verso la letteratura servile prodotta dai letterati che gravitavano attorno alle corti. Tuttavia, in una prospettiva più ampia, che trascende il proprio tempo, Alfieri attribuisce il nome di a : tirannide è per Alfieri ogni sistema organizzato che annichilisce la libertà del singolo, generando paura e terrore. Ma, per sconfiggere l’oppressore, egli non fa affidamento sul popolo né sulle pratiche riformatrici elaborate nel secolo dei Lumi, riservando invece la propria dotati di «forte sentire»: personalità che si elevano sul volgo e che, grazie al loro coraggioso antagonismo, scelgono l’ipotesi del tirannicidio o del suicidio piuttosto che tollerare di vivere in schiavitù. La posizione ideologica alfieriana è quella di un , la cui idea di virtù è modellata sul culto degli eroi e delle personalità straordinarie, dotate di virtù sublimi e pronte a combattere gli ostacoli e i limiti di una realtà gretta, opponendosi al proprio tempo. In questa irriducibile lotta per mantenere l’integrità morale in un universo degradato e liberticida, lo scrittore stesso è un eroe tragico, un artista libero nell’animo. Si afferma così un’immagine di letterato sempre controcorrente, che ma sceglie di diffondere un messaggio ideale e assoluto, che spesso gli provoca l’incomprensione dei contemporanei e lo condanna – ma nell’ottica di Alfieri è un privilegio – a un’ascetica e sdegnosa solitudine. Si tratta di una concezione ispirata allo stesso individualismo eroico e antisociale che ritroviamo nei personaggi delle sue tragedie. monarchie assolute del Settecento tirannide qualsiasi regime che imponga la propria forza con l’arbitrio, soffocando le virtù dei temperamenti individuali ammirazione a pochi individui eccezionali aristocratico d’ ancien régime titanicamente non aderisce all’ideale illuministico dell’intellettuale riformatore LA PAROLA Il termine deriva da “titano” e fa riferimento alla ribellione dei Titani (i giganti figli di Urano e di Gea) contro gli dèi dell’Olimpo e, in particolare, alla sfida di Prometeo contro il potere di Zeus. A partire dal Romanticismo, esso indica un atteggiamento di ribellione che si esprime, pur nella consapevolezza del proprio fallimento, contro tutte le forze superiori (divinità, destino, natura, potere dispotico sia politico sia economico-sociale ecc.) che dominano l’uomo e ne opprimono gli slanci vitali, la libertà e la responsabilità stessa. / TITANISMO p. 348 | p. 359 DAI TEMI AI TESTI: T2 T4