| I trattati politici | Oltre che molte opere in versi, Alfieri ha scritto anche testi in prosa. È infatti autore di un cospicuo , di una serie di (in francese e in italiano) di vario genere – personali, psicologici, di costume – che vanno sotto il titolo di , di un’autobiografia (di cui tratteremo ampiamente più avanti), nonché di due originali trattati politici, che confermano l’importanza delle sue meditazioni su temi tipicamente illuministici come la libertà e la tirannide. epistolario appunti Giornali Jean-Pierre Houël, , XVIII secolo. Parigi, Musée Carnavalet. La presa della Bastiglia il 14 luglio 1789 Il trattato, composto di 2 libri, viene scritto nel 1777, anche se l’autore lo dà alle stampe soltanto tre anni dopo. Il presenta, in uno stile secco e teso, un’ , definita come quel particolare tipo di governo in cui «chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d’impunità». Nel si descrive la : chi da tempo è sottoposto a un simile regime non si accorge della violenza che subisce; solo gli uomini più virtuosi potranno dunque rinfocolare l’amore per la libertà. In questo senso, Alfieri giudica la tirannide moderna ancor più pericolosa di quella antica, perché si maschera spesso dietro un potere apparentemente illuminato, gettando così le basi per durare molto a lungo. Una soluzione potrebbe essere il , che però l’autore non giudica un mezzo utile a instaurare la repubblica, poiché in tal modo spesso a un regime tirannico ne succede un altro. Della tirannide primo libro analisi della tirannide secondo libro vita sotto la tirannide tirannicidio Alfieri giudica negativamente le monarchie illuminate, perché mascherano la loro vera natura di tirannidi. FISSO I CONCETTI Diviso in 3 libri, il trattato viene cominciato nel 1778 e ultimato solo molti anni dopo, nel 1786. Tema centrale è il complesso : Alfieri sostiene la necessità della completa , poiché solo a tale condizione egli può ricercare la verità e sostenere liberamente le proprie idee. Ancor più di pittori, scultori, architetti e scienziati, i letterati devono restare lontani dai principi, che, tentando di blandirli e mostrando di proteggerli, in realtà li corrompono per ottenerne la sottomissione. Nel trattato si delinea pertanto una , che dovrà essere libero dal bisogno economico e spinto verso la gloria dall’insopprimibile impulso morale a esprimere la verità. Del principe e delle lettere rapporto tra cultura e potere indipendenza dell’artista dalle istituzioni politiche concezione aristocratica del letterato FISSO I CONCETTI Alfieri rivendica l’autonomia del letterato dal potere. Il letterato deve essere libero dal bisogno economico.