COMPRENSIONE E ANALISI Riassumi il contenuto del brano in circa 5 righe. Che cosa rende piacevole il soggiorno di Alfieri a Marsiglia? Quali sentimenti dominano nella descrizione dei luoghi? Che cosa apprezza di più Alfieri della visita alla città di Avignone? perché? Quale ragione spinge l’autore a viaggiare come se stesse fuggendo? Da quali punti del testo si evince il suo stato d’animo? Analizza il lessico del brano. Come potremmo definirlo? Motiva la tua risposta facendo esempi opportuni. 1 2 3 4 5 6 INTERPRETAZIONE Approfondisci, con riferimento ad altri testi che conosci, il sentimento della noia e il desiderio di infinito che lo scrittore descrive in questo brano. In che misura, a tuo giudizio, tali comportamenti sono coerenti con l’immagine che Alfieri tende a dare di sé nell’opera letteraria? Continua il tuo commento facendo riferimento alle tue esperienze personali e sviluppa uno di questi due aspetti presenti nel brano: il piacere della solitudine e dell’immersione nella natura incontaminata; il viaggio come desiderio di fuga dalla dimensione quotidiana. Uno, dieci, cento, mille Alfieri Lo storico Giovanni Belardelli (n. 1951) riflette sulle diverse interpretazioni date nel corso degli ultimi due secoli sull’opera e sulla figura di Vittorio Alfieri. Analisi e produzione di un TESTO ARGOMENTATIVO Da tempo quasi nessuno più legge gli scritti di Vittorio Alfieri. Eppure le sue tragedie ebbero uno straordinario successo nell’Italia di fine Settecento, durante il cosiddetto “triennio giacobino”, e furono ristampate moltissime volte per tutto il primo tratto del secolo seguente. Alfieri era morto da poco, nel 1803, e già ebbe l’onore di essere ricordato da Ugo Foscolo nei Sepolcri con alcuni versi famosi, che contenevano tra le altre cose l’immagine delle due «ossa [che] fremono amor di patria». Alfieri, poeta e scrittore che «mosse guerra a’ tiranni» secondo il giudizio di Leopardi, divenne rapidamente celebre come profeta della libertà e dell’indipendenza d’Italia, colui che aveva contribuito a risvegliare la coscienza nazionale di un popolo dormiente da secoli. Si nutrirono dei suoi scritti i primi cospiratori del Risorgimento e si richiamò più volte a lui Giuseppe Mazzini. Giuseppe Garibaldi, nell’ottobre 1860, rivolgendosi alle sue truppe dopo la battaglia del Volturno, riprese una celebre frase di Alfieri. 5 10