Ugo Foscolo – LA VITA | LA FORMAZIONE | Niccolò Foscolo (a diciassette anni deciderà di farsi chiamare Ugo) nasce nel a (o Zacinto), una delle isole Ionie, nell’arcipelago greco, che allora apparteneva ai domìni d’oltremare della Repubblica di Venezia. La madre, Diamantina Spathis, ha origini greche, mentre il padre, Andrea, è un medico di famiglia veneziana. Dopo aver studiato a , in Dalmazia, nel seminario vescovile, Niccolò torna a Zante alla morte del padre, e qui è affidato alle cure di una zia, mentre la madre si trasferisce a Venezia. Nel la famiglia si riunisce nella città lagunare, dove Foscolo prosegue gli studi e frequenta i , intellettuali e aristocratici. Povero e proveniente dai territori più lontani della Repubblica, il futuro scrittore non può che rimanere affascinato dalla città, in decadenza ma ancora splendida. Egli d’altra parte è dotato di un certo fascino “selvatico” che non lascia indifferenti le donne: a sedici anni ha una relazione tempestosa con , anche lei di origini greche (è nativa di Corfù), che successivamente si trasformerà in un’amicizia affettuosa, come testimoniano le pagine dell’epistolario. Grazie al suo interessamento, il giovane conosce letterati famosi, fra cui Aurelio Bertola de’ Giorgi, poeta preromantico, e Ippolito Pindemonte, traduttore dell’ . Studiando i testi fondamentali dell’Illuminismo, Foscolo comincia a guardare con entusiasmo agli ideali di libertà e uguaglianza promossi dalla , e coltiva un ardente di “riscossa” dell’Italia dal dominio straniero. L’ nel 1796 lo spinge a mettere in atto le sue impegnandosi nell’attività politica. È costretto a rifugiarsi sui perché il governo oligarchico veneto diffida di lui; nel 1797 viene rappresentata la sua prima tragedia, , di ispirazione alfieriana e libertaria, giacobina e antitirannica. Il successo non fa che accentuare i sospetti su di lui da parte del potere; è arrestato due volte e decide di partire per , che fa parte della nuova Repubblica cispadana. Porta con sé, come lasciapassare, l’ode . Dopo che i francesi hanno fatto cadere la Repubblica oligarchica a Venezia, dove è stato instaurato un governo rivoluzionario, Foscolo vi torna e in luglio ottiene l’incarico di segretario della municipalità. 1778 Zante Spalato 1793 salotti mondani Isabella Teotochi Albrizzi Odissea Rivoluzione francese sentimento patriottico arrivo dell’esercito francese in Italia idee rivoluzionarie colli Euganei Tieste Bologna A Bonaparte liberatore | LA MATURITÀ | Il (17 ottobre ), con cui Napoleone cede Venezia all’Austria, segna però per Foscolo la brusca . Costretto a fuggire verso Milano, capitale della Repubblica cisalpina prima dell’arrivo degli austriaci, trova nella città lombarda un ambiente a lui congeniale e amicizie importanti: conosce l’esule napoletano Vincenzo Cuoco, l’ormai vecchio Giuseppe Parini e Vincenzo Monti. Collabora con il “Monitore italiano” di Melchiorre Gioia; quando nel 1798 il giornale viene soppresso dal governo francese, Foscolo rischia di nuovo la prigione. Il pericolo del carcere e la necessità di trovare un lavoro lo spingono a tornare a , dove collabora con il giornale “Il Genio democratico”, fondato dal fratello Giovanni, e con il “Monitore bolognese”. Viene assunto nella sezione criminale del Dipartimento del Reno, come era chiamata l’amministrazione di Bologna nella Repubblica cisalpina; per distrarsi dalla routine impiegatizia, ma soprattutto per dare sfogo alle recenti disillusioni, inizia a scrivere le . trattato di Campoformio 1797 fine delle illusioni Bologna Ultime lettere di Jacopo Ortis