Quando le truppe austro-russe, coalizzate contro Napoleone, minacciano le repubbliche italiane, Foscolo si arruola volontario nella Guardia nazionale di Bologna e nel 1799 a Cento (in Romagna) è ferito a una coscia da un colpo di baionetta. Imprigionato a Bazzano (Bologna) e trasferito ad Arezzo, , ma riesce a raggiungere Genova con le truppe del generale Massena, venendo di nuovo ferito. Al ritorno di Napoleone in Italia, Foscolo rimane nell’esercito e si sposta, per esigenze di servizio, fra Lombardia, Emilia e Toscana. Intreccia nuovi amori e scrive alcune poesie, fra cui le odi e . In questo periodo si conferma intanto l’idea che, nel sistema napoleonico, l’Italia non avrebbe avuto che un ruolo subalterno. Per Foscolo si sgretolano definitivamente le speranze rivoluzionarie: la scrittura diventa un antidoto alle delusioni. Conclude l’ (1802) e pubblica la traduzione della , dai versi latini di Catullo. Anche per ovviare alle difficoltà economiche in cui si dibatte, cerca di impiegarsi nella (1804), ma rimane a vagabondare sulle coste della Manica in attesa di un ingaggio fino al 1806. Il periodo inquieto è però proficuo almeno sul piano letterario: traduce infatti dal greco i canti dell’ e dall’inglese il (1768) di Laurence Sterne (1713-1768). A Valenciennes (in Francia) ha una relazione con una ragazza inglese, , che gli dà una figlia, Mary, da lui chiamata sempre Floriana. A Parigi conosce il giovane Alessandro Manzoni, poi riprende la via dell’Italia, rientrando a Milano e a Venezia, liberata dal dominio austriaco. Qui ritrova figure per lui importanti: la madre; un antico amore – Isabella Teotochi Albrizzi – e vecchi amici come Cesarotti e Pindemonte. Nel 1807 pubblica le traduzioni da Omero e i , ispirati dai colloqui con gli amici intorno a un editto napoleonico sulle sepolture. L’anno dopo, Monti riesce a procurargli la : esperto del compromesso, Monti invita il focoso amico a «conservare la grazia del principe» facendo pubblico omaggio a Napoleone. Ma nella prolusione, intitolata , Foscolo non accoglie il consiglio del vecchio poeta, a cui ribadisce l’intransigenza dei propri ideali. Nel 1811, alla prima rappresentazione della tragedia , si ravvisano nel testo allusioni antinapoleoniche: ciò costringe il poeta a lasciare Milano, per tornare a Venezia e infine, nel 1812, trasferirsi a Firenze. rischia la fucilazione A Luigia Pallavicini caduta da cavallo All’amica risanata Ortis Chioma di Berenice spedizione napoleonica contro gli inglesi Iliade Viaggio sentimentale attraverso la Francia e l’Italia Fanny Hamilton Sepolcri cattedra di Eloquenza a Pavia Dell’origine e dell’ufficio della letteratura Aiace | GLI ULTIMI ANNI | Il è di grande intensità creativa per Foscolo: compone la tragedia , prosegue nella traduzione dell’ , conclude quella del di Sterne e gli aggiunge la , ma soprattutto inizia a scrivere il poemetto , ideato nella serena atmosfera della villa di Bellosguardo. Dopo la sconfitta di Napoleone a Lipsia (1813), Foscolo torna a , per mettersi a disposizione del viceré Eugenio Beauharnais, intenzionato a difendere il Regno d’Italia dall’offensiva austriaca. Ma la classe politica lo ha ormai troppo deluso: il poeta arriva a pensare, contro tutte le sue passate convinzioni, che un ritorno degli austriaci non sarebbe dannoso. Quando le loro truppe giungono effettivamente a Milano, nel 1815, il governatore, maresciallo Bellegarde, gli propone di dirigere la “Biblioteca italiana”, un giornale culturale che di lì a poco si sarebbe realizzato, ma con un altro direttore. Foscolo infatti rifiuta sia l’incarico sia la firma su un giuramento di fedeltà al nuovo regime e decide per l’ennesima volta di fuggire, verso quell’esilio più volte profeticamente pronosticato. soggiorno fiorentino Ricciarda Iliade Viaggio sentimentale Notizia intorno a Didimo Chierico Le Grazie Milano Napoleone e gli austriaci firmano il trattato di Campoformio, in una stampa d’epoca.