Ugo Foscolo – LE OPERE | | Ultime lettere di Jacopo Ortis Le è un romanzo dalla lunga e complessa gestazione. Una prima idea dell’opera risale al , quando nel suo Foscolo fa riferimento alla stesura di un testo in forma epistolare ( ). La prima versione a stampa dell’ è un’ , pubblicata nel a Bologna: prima di una delle sue tante fughe, l’autore aveva infatti consegnato all’editore Marsigli una redazione incompiuta, che quest’ultimo fa portare a termine da un letterato di modesto valore ma rapido nella scrittura, Angelo Sassoli. La versione, censurata in ogni accenno alla religione e alla politica, esce con il titolo . Foscolo sconfessa pubblicamente quella edizione e dà alle stampe la del romanzo nel . Personaggi e trama sono in parte mutati, brani interi tratti dalle lettere private a Isabella Roncioni e Antonietta Fagnani Arese vengono inclusi nel testo, ma soprattutto i contenuti politici sono ripristinati, ampliati, approfonditi, come accade di nuovo nelle ultime due edizioni, quella di Zurigo e quella di Londra (rispettivamente 1816 e 1817), fra loro sostanzialmente identiche. Le varie redazioni Ultime lettere di Jacopo Ortis 1796 Piano di studi Laura, lettere Ortis edizione pirata 1798 Vera storia di due amanti infelici prima versione autorizzata 1802 Le di ispirazione delle sono essenzialmente due: i romanzi (1761) del francese (1712-1778), che influenza soprattutto la scelta dello stile epistolare, e (1774) del tedesco (1749-1832), che incide sulla scelta, come argomento, delle vicende di un giovane che si suicida per amore. Foscolo opta per la , cioè per la struttura “a una voce sola”: la storia è narrata attraverso le lettere scritte da un unico personaggio, Jacopo Ortis, all’amico Lorenzo Alderani, senza le risposte di quest’ultimo. Il romanzo si presenta dunque come un monologo pressoché ininterrotto; ciò esprime un’esigenza costante che fa parte del carattere foscoliano: lo strenuo . Ma perché allora non scegliere semplicemente una narrazione in prima persona? Perché la finzione epistolare permette allo scrittore di utilizzare una lingua più colloquiale e meno ufficiale – anche se elaborata e retoricamente impostata – dal momento che, come scrive egli stesso, «la radice [dei guai della lingua] è quest’unica; che la lingua italiana non è stata mai parlata: che è lingua scritta e non altro; e perciò letteraria, e non popolare». Le fonti e la forma dell’opera fonti Ultime lettere di Jacopo Ortis La nuova Eloisa Jean-Jacques Rousseau I dolori del giovane Werther Johann Wolfgang Goethe forma epistolare di tipo monodico bisogno di confessione FISSO I CONCETTI è costituito dalle lettere che il protagonista invia all’amico Lorenzo Alderani. Ultime lettere di Jacopo Ortis Lo stile epistolare consente a Foscolo di usare una lingua più colloquiale e diretta. Ormai in pieno clima preromantico, il romanzo narra una . Il nome del protagonista, Jacopo, è un omaggio a Jean-Jacques Rousseau. Il cognome è invece quello di uno studente patriota, che si era ucciso a Padova nel 1796. Come Foscolo stesso, l’eroe del romanzo deve lasciare Venezia dopo il trattato di Campoformio, per sfuggire alle persecuzioni della polizia. Sui , a casa del signor T***, conosce la figlia di lui, , sensibile e angelica, promessa al ricco , uomo egoista, limitato e gelido. Il destino del fuggiasco commuove il padrone di casa e suscita la passione nel cuore di Teresa, la quale però, dopo aver ceduto a un semplice bacio, sceglie di tener fede ai suoi doveri di figlia e di fidanzata. Jacopo inizia allora un vagabondaggio per l’Italia durante il quale incontra Giuseppe Parini, ormai vecchio, a ; visita la casa di Petrarca ad e scrive una lettera polemica contro Napoleone. In una delle ultime epistole, spedita da , esprime una visione cupamente pessimistica della realtà sociale e politica italiana, manifestando la sua propensione al suicidio. A , dove visita la tomba di Dante, lo raggiunge la notizia del matrimonio dell’amata: lo sgomento, unito alle delusioni politiche, rende definitiva la decisione di Jacopo che, dopo aver visto Teresa un’ultima volta e salutato la madre, si uccide con un pugnale. I protagonisti e la vicenda vicenda d’amore e di morte colli Euganei Teresa Odoardo Milano Arquà Ventimiglia Ravenna