La sconfitta di Jacopo è irrevocabile, in quanto inscritta all’interno di un meccanismo spietato in cui non c’è più spazio per la fiducia illuministica nel progresso. Il suo è lo e coincide con il venir meno delle speranze di libertà, illusoriamente alimentate dalla Francia post-rivoluzionaria e sacrificate alle ferree necessità del potere. I termini di questa delusione sono fissati fin dalla prima frase del romanzo: «Il sacrificio della patria nostra è consumato», dove all’idea di patria è subito accostata quella del «sacrificio», che sarà insieme individuale e condiviso con la comunità dei «pochi uomini buoni», cioè dei coraggiosi difensori della giustizia e della libertà. La Storia fallimento personale specchio di una più vasta delusione storica G. Baldry, , XIX secolo. Woodbridge, Simon Carter Gallery. Il bacio L’autore riesce a far parlare il suo protagonista con una coinvolgente, che con il suo impeto sembra quasi aggredire il lettore: scrivendo in prima persona e adottando la forma epistolare, la voce del narratore assume una forza stupefacente e moderna. Tuttavia la è : è vero che l’accademismo della prosa italiana, con le sue frasi articolate e latineggianti, viene accuratamente evitato, ma al tempo stesso Jacopo aspira a dominare la materia bruciante dei propri sentimenti, per tradurla in una forma dotata di misura e armonia. La sua prosa è densa di esclamazioni e scarti improvvisi, ma anche di lunghi periodi ipotattici scanditi da un ritmo incalzante. Ne consegue una , ora tragici e solenni, ora lirici ed elegiaci: uno stile composito da cui non sono escluse l’enfasi retorica e una ricerca di toni aulici che sfocia talvolta nell’oratoria. Lo stile immediatezza scrittura di tipo classico mescolanza febbrile di registri FISSO I CONCETTI La forma epistolare rende la scrittura moderna e coinvolgente. Lo stile classico contribuisce alla misura e all’armonia del testo. / T1 / Tutto è perduto , Parte prima Ultime lettere di Jacopo Ortis Al lettore Dopo l’avviso di Lorenzo Alderani, l’amico fittizio del protagonista che ne pubblica l’epistolario, il romanzo si apre con la prima lettera di Jacopo (datata 11 ottobre 1797), il quale, rifugiatosi sui colli Euganei per sottrarsi alle persecuzioni contro i patrioti veneziani, prevede la perdita della libertà di Venezia, sacrificata sull’altare delle convenienze politiche, come puntualmente avverrà pochi giorni dopo, in seguito al trattato di Campoformio. / La tragica sorte della patria / Pubblicando queste lettere, io tento di erigere un monumento alla virtù sconosciuta; e di consecrare alla memoria del solo amico mio quelle lagrime, che ora mi si vieta di spargere su la sua sepoltura. E tu, o Lettore, se uno non sei di coloro che esigono dagli altri quell’eroismo di cui non sono eglino stessi capaci, darai, spero, la tua compassione al giovine infelice dal quale potrai forse trarre esempio e conforto. Lorenzo Alderani Al lettore 1 2 5 citazione esplicita da Alfieri, autore dell’opera (1786). Come Alfieri aveva voluto svelare ai lettori la nobiltà d’animo dell’amico erudito Francesco Gori Gandellini, così il personaggio fittizio, Lorenzo Alderani, raccoglie le lettere dell’amico Jacopo Ortis per ricordarne al mondo l’eroismo disperato e tragico. essi. 1 alla virtù sconosciuta: La virtù sconosciuta 2 eglino: