ANALIZZA TU – VERSO L’ESAME DI STATO / T3 / L’amore di Teresa , Parte prima Ultime lettere di Jacopo Ortis Durante una passeggiata sui monti, mentre la luna sorge all’orizzonte, Jacopo incontra Teresa, che gli parla della passione di Petrarca per Laura e accende nel cuore dell’innamorato il sentimento struggente di una profonda affinità. I due si siedono sotto un grande gelso e si scambiano un bacio, che trasforma l’animo del giovane, il quale sente improvvisamente la natura e la vita stessa trasfigurarsi ai suoi occhi. Riportiamo qui le tre lettere in cui il protagonista racconta l’avvenimento all’amico e descrive gli effetti che esso ha prodotto nel suo animo. / Gli effetti eccezionali di un bacio / Sì, Lorenzo! – dianzi io meditai di tacertelo – or odilo, la mia bocca è tuttavia rugiadosa – d’un suo bacio – e le mie guance sono state innondate dalle lagrime di Teresa. Mi ama – lasciami, Lorenzo, lasciami in tutta l’estasi di questo giorno di paradiso. 14 Maggio, ore 11 Jacopo ha bisogno di scrivere tre lettere per descrivere il . Nel primo breve biglietto comunica all’amico tutta la sua eccitazione, che chiede di non turbare. (rr. 1-4) prorompere della passione amorosa O quante volte ho ripigliato la penna, e non ho potuto continuare: mi sento un po’ calmato e torno a scriverti. – Teresa giacea sotto il gelso – ma e che posso dirti che non sia tutto racchiuso in queste parole? . A queste parole tutto ciò ch’io vedeva mi sembrava un riso dell’universo: io mirava con occhi di riconoscenza il cielo, e mi parea ch’egli si spalancasse per accoglierci! deh! a che non venne la morte? e l’ho invocata. Sì; ho baciato Teresa; Gli elementi e gli esseri esultavano nella gioja di due cuori ebbri di amore – ho baciata e ribaciata quella mano – e Teresa mi abbracciava tutta tremante, e trasfondea i suoi sospiri nella mia bocca, e il suo cuore palpitava su questo petto: mirandomi co’ suoi grandi occhi languenti, mi baciava, e le sue labbra umide, socchiuse mormoravano su le mie – ahi! che ad un tratto mi si è staccata dal seno quasi atterrita: chiamò sua sorella e s’alzò correndole incontro. Io me le sono prostrato, e tendeva le braccia come per afferrar le sue vesti – ma non ho ardito di rattenerla, né richiamarla. La sua virtù – e non tanto la sua virtù, quanto la sua passione, mi sgomentava: sentiva e sento rimorso di averla io primo eccitata nel suo cuore innocente. Ed è rimorso – rimorso di tradimento! Ahi mio cuore codardo! – Me le sono accostato tremando. – – e pronunciò queste parole dal cuore profondo e con una occhiata con cui parea rimproverarsi e compiangermi. Accompagnandola lungo la via, non mi guardò più; né io avea più cuore di dirle parola. Giunta alla ferriata del giardino mi prese di mano la Isabellina e lasciandomi: Addio, diss’ella; e rivolgendosi dopo pochi passi, – addio. 14 Maggio, a sera 5 Vi amo 1 10 i fiori e le piante esalavano in quel momento un odore soave; le aure erano tutte armonia; i rivi risuonavano da lontano; e tutte le cose s’abbellivano allo splendore della Luna che era tutta piena della luce infinita della Divinità. 2 15 3 4 5 20 6 Non posso essere vostra mai! 25 7 8 Secondo un tratto tipico della sensibilità romantica, si rispecchiano. La frase, terribile e definitiva, di Teresa esprime la consapevolezza dell’ . (rr. 10-13) paesaggio e stato d’animo (rr. 23-24) irrealizzabilità dell’amore ebbene, perché. non tanto il Dio cristiano, ma la divinità pagana della natura e dell’amore. richiamo dantesco all’episodio di Paolo e Francesca («La bocca mi basciò tutto tremante», , V, 136). trasferiva, emanava. mi sono disteso ai suoi piedi, davanti a lei. sentivo. inferriata. la sorella minore di Teresa. 1 deh! a che: 2 Divinità: 3 tutta tremante: Inferno 4 trasfondea: 5 me le sono prostrato: 6 sentiva: 7 ferriata: 8 Isabellina: