Io rimasi estatico: avrei baciate l’orme de’ suoi piedi: pendeva un suo braccio, e i suoi capelli rilucenti al raggio della Luna svolazzavano mollemente: ma poi, appena appena il lungo viale e la fosca ombra degli alberi mi concedevano di travedere le ondeggianti sue vesti che da lontano ancor biancheggiavano; e poiché l’ebbi perduta, tendeva l’orecchio sperando di udir la sua voce. – E partendo, mi volsi con le braccia aperte, quasi per consolarmi, all’astro di Venere: era anch’esso sparito. 30 9 35 intravedere. 9 travedere: Dopo quel bacio io son fatto . Le mie idee sono più , il mio aspetto più , il mio cuore più compassionevole. Mi pare che tutto s’abbellisca a’ miei sguardi; il lamentar degli augelli, e il bisbiglio de’ zefiri fra le frondi son oggi più soavi che mai; le piante si fecondano, e i fiori si colorano sotto a’ miei piedi; non fuggo più gli uomini, e tutta la Natura mi sembra mia. Il mio ingegno è tutto bellezza e armonia. Se dovessi scolpire o dipingere la Beltà, io sdegnando ogni modello terreno la troverei nella mia immaginazione. le arti belle sono tue figlie; tu primo hai guidato su la terra la sacra poesia, solo alimento degli animali generosi che tramandano dalla solitudine i loro canti sovrumani sino alle più tarde generazioni, spronandole con le voci e co’ pensieri spirati dal cielo ad altissime imprese: tu raccendi ne’ nostri petti la sola virtù utile a’ mortali, la Pietà, per cui sorride talvolta il labbro dell’infelice condannato ai sospiri: e per te rivive sempre il piacere fecondatore degli esseri, senza del quale tutto sarebbe caos e morte. Se tu fuggissi, la Terra diverrebbe ingrata; gli animali, nemici fra loro; il Sole, foco malefico; e il Mondo, pianto, terrore e distruzione universale. Adesso che l’anima mia risplende di un tuo raggio, io dimentico le mie sventure; io rido delle minacce della fortuna, e rinunzio alle lusinghe dell’avvenire. – O Lorenzo! sto spesso sdrajato su la riva del lago de’ cinque fonti: mi sento vezzeggiare la faccia e le chiome dai venticelli che alitando sommovono l’erba, e allegrano i fiori, e increspano le limpide acque del lago. Lo credi tu? io delirando deliziosamente mi veggo dinanzi le Ninfe ignude, saltanti, inghirlandate di rose, e invoco in lor compagnia le Muse e l’Amore; e fuor dei rivi che cascano sonanti e spumosi, vedo uscir sino al petto con le chiome stillanti sparse su le spalle rugiadose, e con gli occhi ridenti le Najadi, amabili custodi delle fontane. Illusioni! grida il filosofo. – Or non è tutto illusione? tutto! Beati gli antichi che si credeano degni de’ baci delle immortali dive del cielo; che sacrificavano alla Bellezza e alle Grazie; che diffondeano lo splendore della divinità su le imperfezioni dell’uomo, e che trovavano il Bello ed il Vero accarezzando gli idoli della lor fantasia! : e se questo cuore non vorrà più sentire, io me lo strapperò dal petto con le mie mani, e lo caccerò come un servo infedele. 15 Maggio divino 10 alte e ridenti gajo 11 12 13 40 14 15 O Amore! 45 16 50 17 55 60 18 19 20 21 65 22 23 70 24 25 26 75 27 Illusioni! ma intanto senza di esse io non sentirei la vita che nel dolore, o (che mi spaventa ancor più) nella rigida e nojosa indolenza 28 Gli aggettivi rendono, con entusiastica commozione, il e della mente. La traspare dalle esclamazioni e dalle domande retoriche presenti nella lettera. Recuperando, secondo lo spirito neoclassico, i valori della bellezza e dell’armonia, Foscolo ragiona sulla come risarcimento dal dolore provocato dalla Storia. (rr. 36-37) palpito dei sensi (r. 42) componente sentimentale (rr. 76-77) potenza salvifica delle illusioni sono diventato simile a un dio per la felicità. benigno. La solidarietà verso il prossimo (la compassione è etimologicamente il “sentire con”) è per Foscolo uno dei più alti effetti dell’amore, capace di assicurare la convivenza civile. cinguettio degli uccelli. delle brezze primaverili. al mio passaggio. disprezzando. sineddoche per indicare “la bocca”. sgradevole, odiosa. sorrido delle minacce della sorte e rifiuto le ingannevoli illusioni del futuro. il piccolo lago, formato dall’acqua di cinque diverse fonti, che ricorda a Jacopo il bacio di Teresa. accarezzare. spirando dolcemente. le divinità greche dei boschi. danzanti. gocciolanti. divinità delle fonti e delle acque. idealizzavano la figura umana, rendendola simile a quella degli dèi. le creazioni immaginarie. provare sentimenti. 10 son fatto divino: 11 compassionevole: 12 lamentar degli augelli: 13 de’ zefiri: 14 sotto a’ miei piedi: 15 sdegnando: 16 labbro: 17 ingrata: 18 io rido… avvenire: 19 lago… fonti: 20 vezzeggiare: 21 alitando: 22 Ninfe: 23 saltanti: 24 stillanti: 25 Najadi: 26 diffondeano… dell’uomo: 27 gli idoli: 28 sentire: