intrecci LETTERATURE STRANIERE L’eroe romantico Un solo personaggio con tanti nomi Durante l’epoca preromantica e romantica, nelle varie culture d’Europa, scrittori molto diversi per esperienze, storie personali e condizioni sociali hanno creato personaggi destinati a diventare modelli di comportamento collettivo, accomunati da molti tratti caratteriali e psicologici. , illustrazione del 1893. Werther si getta ai piedi dell’amata I tratti costitutivi Titanismo e vittimismo, tendenza alla riflessione e al vagheggiamento onirico, ideale supremo e delusione: questi sono i poli estremi in cui si dibatte, alle varie latitudini europee, il protagonista romantico, a cominciare dalle sue prime incarnazioni letterarie, l’io delle di Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) e il Werther di Goethe. Come vedremo, l’eroe passionale e disperato del romanzo goethiano si può mettere in strettissima relazione con lo Jacopo Ortis di Foscolo, che prende qualche aspetto anche da un altro innamorato pieno di ideali ma privo di speranze, il precettore Saint-Preux, protagonista della dello stesso Rousseau. Anche nel René del visconte de Chateaubriand o nell’Oberman di Étienne Pivert de Senancour, protagonisti dei romanzi omonimi ( , 1802; , 1804), si possono scoprire sentimenti tipici del Romanticismo: la noia, l’eterna insoddisfazione, il senso dei limiti imposti dal destino alla condizione umana, il bisogno del confronto liberatorio con la natura. Un nuovo, estremo aspetto del “male di vivere” romantico è tratteggiato nel romanzo (1816) di Benjamin Constant. Qui sono l’amore e i sentimenti a diventare inutili nell’offrire all’individuo la salvezza: il protagonista, perdutamente amato da Ellénore, non sa ricambiarla né staccarsi da lei. A causa della sua incapacità di amare finisce per uccidere la ragazza e per condannare sé stesso all’eterno rimorso. Confessioni Nuova Eloisa René Oberman Adolphe Tranquillo Cremona, , 1878. Torino, Galleria d’Arte Moderna. L’edera