Così grido quand’io mi sento insuperbire nel petto il nome Italiano, e rivolgendomi intorno io cerco, né trovo più la mia patria. – Ma poi dico: Pare che gli uomini sieno delle proprie sciagure; ma le sciagure derivano dall’ordine universale, e il genere umano serve orgogliosamente e ciecamente a’ destini. Noi argomentiamo su gli eventi di pochi secoli: che sono eglino nell’immenso spazio del tempo? Pari alle stagioni della nostra vita normale, pajono talvolta gravi di straordinarie vicende, le quali pur sono comuni e necessarj effetti del tutto. L’universo si controbilancia. Le nazioni si divorano perché una non potrebbe sussistere senza i cadaveri dell’altra. Io guardando da queste Alpi l’Italia piango e fremo, e invoco contro agl’invasori vendetta; ma la mia voce si perde tra il fremito ancora vivo di tanti popoli trapassati, quando i Romani rapivano il mondo, cercavano oltre a’ mari e a’ deserti nuovi imperi da devastare, manomettevano gl’Iddii de’ vinti, incatenavano principi e popoli liberissimi, finché non trovando più dove insanguinare i lor ferri, li ritorceano contro le proprie viscere. […] Ma in pochissimi secoli la regina del mondo divenne preda de’ Cesari, de’ Neroni, de’ Costantini, de’ Vandali, e de’ Papi. Oh quanto fumo di umani roghi ingombrò il Cielo della America, oh quanto sangue d’innumerabili popoli che né timore né invidia recavano agli Europei, fu dall’Oceano portato a contaminare d’infamia le nostre spiagge! ma quel sangue sarà un dì vendicato e si rovescierà su i figli degli Europei! Tutte le nazioni hanno le loro età. Oggi sono tiranne per maturare la propria schiavitù di domani: e quei che pagavano dianzi vilmente il tributo, lo imporranno un giorno col ferro e col fuoco. La Terra è una foresta di belve. La fame, i diluvj, e la peste sono ne’ provvedimenti della Natura come la sterilità di un campo che prepara l’abbondanza per l’anno vegnente: e chi sa? fors’anche le sciagure di questo globo apparecchiano la prosperità di un altro. Frattanto noi chiamiamo pomposamente virtù tutte quelle azioni che giovano alla sicurezza di chi comanda e alla paura di chi serve. I governi impongono giustizia: ma potrebbero eglino imporla se per regnare non l’avessero prima violata? Chi ha derubato per ambizione le intere province, manda solennemente alle forche chi per fame invola del pane. Onde quando la forza ha rotti tutti gli altrui diritti, per serbarli poscia a se stessa inganna i mortali con le apparenze del giusto, finché un’altra forza non la distrugga. Eccoti il mondo, e gli uomini. Sorgono frattanto d’ora in ora alcuni più arditi mortali; prima derisi come frenetici, e sovente come malfattori, decapitati: che se poi vengono patrocinati dalla fortuna ch’essi credono lor propria, ma che in somma non è che il moto prepotente delle cose, allora sono obbediti e temuti, e dopo morte deificati. Questa è la razza degli eroi, de’ capisette, e de’ fondatori delle nazioni i quali dal loro orgoglio e dalla stupidità de’ volghi si stimano saliti tant’alto per proprio valore; e sono cieche ruote dell’oriuolo. Quando una rivoluzione nel globo è matura, necessariamente vi sono gli uomini che la incominciano, e che fanno de’ loro teschj sgabello al trono di chi la compie. E perché l’umana schiatta non trova né felicità né giustizia sopra la terra, crea gli Dei protettori della debolezza e cerca premj futuri del pianto presente. Ma gli Dei si vestirono in tutti i secoli delle armi de’ conquistatori: e opprimono le genti con le passioni, i furori, e le astuzie di chi vuole regnare. 16 fabbri 17 30 18 19 20 35 21 22 23 24 40 45 50 25 55 26 27 60 28 29 65 30 31 TRECCANI Le parole valgono Il termine indica oggi l’artigiano che lavora il ferro. Anticamente poteva invece riferirsi a un artigiano in genere, e quindi anche al falegname, al carpentiere ecc., conformemente al significato generico che la parola aveva in latino, dove veniva spesso specificata con un aggettivo: per esempio, (rimasto nell’espressione « ferraio»), (“falegname”). Un altro significato di uso letterario è quello di “artefice”. fabbro fabbro faber faber ferrarius fabbro faber lignarius In base a quest’ultima accezione, che cosa vuol dire la perifrasi di uso letterario «il dell’universo»? fabbro pronunciare con orgoglio. riflettiamo. essi. gravati. Ortis afferma che i grandi eventi si pongono in un continuo equilibrio di azioni e reazioni. conquistavano. abbattevano. le loro spade. infierivano con le spade su persone del loro stesso sangue (allusione alle guerre civili del I sec. a.C.). ruba. folli. assistiti. coloro che guidano gruppi e partiti. inconsapevoli ingranaggi di un meccanismo ( sta per “orologio”). la stirpe umana. la religione è vista come strumento del potere. 16 insuperbire: 17 argomentiamo: 18 eglino: 19 gravi: 20 L’universo si controbilancia: 21 rapivano: 22 manomettevano: 23 i lor ferri: 24 li ritorceano… viscere: 25 invola: 26 frenetici: 27 patrocinati: 28 capisette: 29 cieche ruote dell’oriuolo: oriuolo 30 l’umana schiatta: 31 gli Dei… regnare: