DENTRO IL TESTO I contenuti tematici Dopo un inquieto e drammatico girovagare, Jacopo è giunto ai . Solo tra le montagne, nella prima parte della lettera descrive il paesaggio desolato che lo attornia. È una : rocce, luoghi deserti e inospitali, nei quali la natura rispecchia il proprio carattere maestoso e severo, ma soprattutto cupo. Il freddo vento di tramontana spazza le cime piene solo di sterpi e delle (rr. 3-4): l’imponenza minacciosa di una mostra il suo volto ostile, specchio fedele delle implacabili crudeltà che si abbattono sull’esistenza umana. Nelle e nei (r. 8), nei e negli (rr. 2-3) si riconoscono i paesaggi preromantici descritti da Macpherson e da Alfieri: ma in Foscolo l’aspetto esteriore degli elementi naturali prelude a una di cui è fatta la Storia, vista come una sanguinosa sequenza di stragi. Uno scabro paesaggio romantico confini dell’Italia visione intensamente romantica croci che segnano il sito de’ viandanti assassinati natura personificata altissime rupi burroni cavernosi bronchi aspri e lividi macigni meditazione sconsolata sulla violenza Il contrasto con la società non trova risarcimento nelle consolazioni della solitudine: lo , che ammalia molti artisti del tempo di Foscolo, è percepito come desolazione e orrore e non concede requie a un’anima condannata a nuotare nella sofferenza. Il , che di norma si presenta nella dialettica tra piacere e dolore, esaltazione e umiliazione, qui sottolinea solo l’ , senza neanche l’effimero conforto di un’illusione di pace. La fusione tra uomo e natura è un dolce miraggio, che non cancella la : le tinte forti, quasi eccessive, del paesaggio costituiscono il simbolo di uno squilibrio senza rimedio, destinato a opprimere l’individuo e a condannarlo a una morsa stritolante di insensatezza. Un “sublime” doloroso spettacolo della natura sublime romantico impotenza umana violenza della realtà La contemplazione dei confini della patria induce Jacopo a riflettere sconsolato sulle , umiliata dalle invasioni straniere e ormai dimentica delle passate glorie. Il motivo medievale dell’ (cioè del “dove sono”, del ) caratterizza il patriottismo di Ortis, nel confronto tra un passato di grandezza eroica e un presente di indecorosa e vile schiavitù. Ma è inutile, e anzi accentua la sofferenza, contrapporre al torpore di oggi la forza e la fierezza di un tempo: gli esempi storici gloriosi non servono da pungolo per risvegliare il popolo italiano dalla sua stanchezza e dal suo (r. 25). Il presente e il passato condizioni dell’Italia ubi sunt rimpianto dei valori perduti antico letargo D’altra parte, gli uomini obbediscono – più che alla loro volontà – a un , decretato da un ordine meccanico che impone in eterno la presenza di vittime e oppressori, di popoli sottomessi e popoli prevaricatori. Sulla linea di pensatori e filosofi quali Niccolò Machiavelli e Thomas Hobbes, Foscolo non devia da una , basata sull’idea della malvagità innata della natura umana e sul carattere violento del potere. Per questo la riflessione sulla situazione personale e su quella della penisola inevitabilmente si allarga a una dimensione cosmica, eterna, contrassegnata da un disperato : sempre gli imperi si sono avvicendati, la Storia è un oceano di sangue e patimento, all’uomo non resta che accettare una condizione che di volta in volta può renderlo schiavo o tiranno, in base a quella logica ciclica a cui, secondo l’insegnamento del filosofo napoletano Giambattista Vico, sono sottoposti gli individui e la civiltà. Il ciclo della Storia destino universale visione pessimistica della Storia fatalismo John Singer Sargent, , 1911. Jacksonville, Florida, Cummer Museum. Nelle Alpi