DENTRO IL TESTO I contenuti tematici Solo di fronte ai propri interrogativi, l’essere umano contempla il mondo esterno, che può diventare specchio del suo stato d’animo oppure entità separata, opposta e distante. Nel caso del sonetto , è evidente un “accordo segreto” fra il poeta nel suo atteggiamento meditativo e un momento ciclico del tempo (il buio che cala sulla Terra). Io lirico e sfondo spazio-temporale si riflettono vicendevolmente in uno dei rari momenti di pace dell’intera poesia foscoliana: una , ma la sola a cui può aspirare lo spirito profondamente inquieto dell’autore. La è infatti la nota caratterizzante del componimento: ai termini del primo verso ( ) fa riscontro, nel penultimo, la parola , secondo una che salda l’emozione confessata inizialmente ( , v. 2) con la più meditata riflessione finale ( / , vv. 9-10). L’individuo e il tempo Alla sera pace relativa e provvisoria quïete fatal quïete pace circolarità a me sì cara vieni Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme che vanno al nulla eterno La è in tal modo non solo un’ (del giorno come della vita) che attende il poeta come ogni mortale, ma anche una . Se indica simbolicamente la strada verso il , questa sua dimensione non appare funesta. In contrasto con la tradizione (si pensi a Virgilio e a Petrarca, soprattutto), che registra lo scorrere del tempo come dolore, Foscolo accoglie infatti l’arrivo della sera come , trovando in essa e nel mistero delle tenebre arcane rispondenze al proprio senso di spaesamento e solitudine “cosmica”, un silenzio raccolto in cui echeggiano i molti interrogativi insolubili dell’uomo. Il luminoso è quindi (v. 11), cioè ; la morbida e soffusa è invece il momento della , quando la vita soggettiva dell’io può annullarsi in quella generale della natura. Un’immagine simbolica sera immagine della fine promessa di sospensione degli affanni nulla eterno dolce e rasserenante giorno reo tempo tormento della ragione sera tregua benefica Proprio da tale immagine si può partire per un’analisi dei diversi motivi presenti nel sonetto, che corrispondono ad altrettanti elementi dell’ispirazione di Foscolo: se la personificazione della sera in veste di dea gentile che scende dal cielo con il suo corteo di venti e nuvole costituisce un evidente , il tono complessivo del sonetto è decisamente . I poeti notturni inglesi (come Edward Young) e i cantori cimiteriali (come Thomas Gray) si ispiravano spesso ad atmosfere tenebrose e funeree, che qui però trovano un’espressione ingentilita, rasserenata, si direbbe anche rassegnata, se la rassegnazione non fosse un atteggiamento quasi sempre estraneo alla mentalità foscoliana: l’ offre un risarcimento spirituale proprio perché promette, insieme alla fine di tutto, la . Figure neoclassiche e accenti preromantici richiamo neoclassico preromantico idea materialistica per cui dopo la morte non vi è che il nulla prospettiva della pace Tuttavia, pur nel raccoglimento interiore determinato dalla sera, che induce il poeta a meditare sulla dimensione del tempo e sul parallelo fra il tramonto e la fine dell’esistenza, l’io lirico rivela nell’ultimo verso il . L’immagine dello (v. 14), placato per un momento dalla prospettiva di un annullamento liberatorio, suggerisce la , alludendo al e alla guerra perenne che agita il cuore dell’autore (si noti l’allusività metaforica* dell’espressione , vv. 11-12, dove gli affanni patiti sono schierati alla stregua di soldati armati). Il tramonto e la pausa dalle passioni riemergere dell’irrequietudine ribelle spirto guerrier ch’entro mi rugge natura transitoria della pausa titanico conflitto di passioni torme delle cure