Vero è ben, Pindemonte! Anche la Speme, ultima Dea, fugge i sepolcri: e involve tutte cose l’obblìo nella sua notte; e una forza operosa le affatica di moto in moto; e l’uomo e le sue tombe e l’estreme sembianze e le reliquie della terra e del ciel traveste il tempo. 20 È proprio ( ) vero, o Pindemonte! Anche la Speranza ( ), ultima dea ad abbandonare gli uomini, rifugge i sepolcri; e la dimenticanza ( ) avvolge tutte le cose nella sua oscurità ( ); e una forza instancabile ( ) le fiacca ( ) mediante un eterno movimento ( ); e il tempo trasforma ( ) l’uomo, le sue tombe, i suoi resti mortali ( ) e quanto resta ( ) della Terra e del cielo. 16-22 ben Speme obblìo notte operosa affatica di moto in moto traveste estreme sembianze le reliquie l’espressione risale al poeta greco Teognide (VI-V sec. a.C.). quella della natura, che è incessante nel continuo ciclo di nascita e di morte, di creazione e di distruzione. L’idea rimanda a una visione meccanicistica del mondo. 16-17 Anche… sepolcri: 19 forza operosa: Ma perché pria del tempo a sé il mortale invidierà l’illusïon che spento pur lo sofferma al limitar di Dite? Non vive ei forse anche sotterra, quando gli sarà muta l’armonia del giorno, se può destarla con soavi cure nella mente de’ suoi? Celeste è questa corrispondenza d’amorosi sensi, celeste dote è negli umani; e spesso per lei si vive con l’amico estinto e l’estinto con noi, se la terra che lo raccolse infante e lo nutriva, nel suo grembo materno ultimo asilo porgendo, sacre le reliquie renda dall’insultar de’ nembi e dal profano piede del vulgo, e serbi un sasso il nome, e di fiori odorata arbore amica le ceneri di molli ombre consoli. 25 30 pia 35 40 Ma perché l’uomo dovrebbe privarsi ( ) anzitempo dell’illusione che, una volta defunto ( ), pure gli può far credere di sostare sulla soglia dell’Oltretomba ( )? Egli ( ) non continua forse a vivere anche sottoterra, quando l’armonia del giorno non gli dirà più nulla ( ), se può risvegliare tale armonia nel pensiero dei propri cari attraverso sentimenti affettuosi ( )? Questa corrispondenza di sentimenti amorosi ha qualcosa di divino ( ), ed è una qualità divina presente tra gli uomini; e spesso grazie a essa ( ) si continua a vivere in compagnia dell’amico defunto e l’amico defunto continua a vivere con noi, a patto che ( ) la pietosa terra che lo ha accolto appena nato ( ) e lo ha nutrito, offrendogli l’estremo rifugio ( ) nel suo grembo materno, renda inviolabili ( ) le sue spoglie mortali dalle offese delle intemperie ( ) e dai piedi profanatori ( ) della gente ( ), e a patto che una lapide ( ) conservi il suo nome, e un albero ( ) amico, profumato di fiori, consoli le sue spoglie ( ) con le proprie ombre gradevoli ( ). 23-40 a sé il mortale invidierà spento Dite ei gli sarà muta con soavi cure Celeste è per lei se infante ultimo asilo sacre dall’insultar de’ nembi profano piede vulgo sasso arbore ceneri molli TRECCANI Le parole valgono è chi prova, mostra o rispecchia un profondo sentimento di fede e di devozione religiosa, talora unito a un atteggiamento caritatevole e solidale. Un’«anima » è una persona sensibile alle sofferenze altrui, e dunque generosa; una «mano » è quella di chi fa del bene, compie opere di misericordia; un « istituto» o un’«opera » è invece una istituzione, generalmente retta da religiosi, che si propone insieme fini di culto e di carità o di assistenza sociale. pio Pio pia pia pio pia L’aggettivo viene utilizzato in tono per lo più scherzoso o ironico in locuzioni quali «un desiderio», «una intenzione» e, con più incisività, «una illusione»: «Pensare di finire tutto questo lavoro in pochi giorni è davvero una illusione». Qual è in questi casi il suo significato? pio pio pia pia pia latinismo. sulla soglia dell’oltretomba, di cui è sovrano Dite (che qui dà, per metonimia, il nome al suo stesso dominio). Ovviamente si tratta solo di un’immagine e non presuppone la fede del poeta in un aldilà. il pronome può riferirsi, come nella parafrasi, ad (v. 27), ma anche a (v. 24). l’aggettivo è connesso al termine latino , con cui si indicava il sentimento di affetto e devozione che i figli dovevano ai genitori e gli uomini in generale agli dèi. la personificazione materna della terra natìa compare già nei sonetti (vedi T6, p. 447) e (vedi T7, p. 450). dal passante ignaro, inconsapevole, che profana, senza volerlo, il luogo della sepoltura. altro latinismo. 24 invidierà: 25 al limitar di Dite: 28 destarla: armonia del giorno illusïon 33 pia: pietas 35 grembo materno: A Zacinto In morte del fratello Giovanni 37-38 dal profano piede del vulgo: 39 arbore amica: