DENTRO IL TESTO I contenuti tematici Due segnano l’inizio del componimento: una è l’esordio stesso (vv. 2-3), l’altra le fa eco ai vv. 3-15. Come proseguendo un che riprende i discorsi fatti con gli amici, in particolare con Ippolito Pindemonte, Foscolo affronta il tema del , inizialmente da un punto di vista segnato da un deciso e rigido . Niente può placare la durezza della morte: il sonno eterno non può essere alterato da alcuna azione umana; la fine cancella tutto ciò che è stato e quindi dalla tomba non può venire alcuna consolazione per chi è morto ( , vv. 16-17). All’immagine poetica delle (vv. 1-2) si contrappone l’insensibile materialità del (v. 13), che pare restituire la percezione esclusivamente fisica della morte; al (v. 3), che simboleggia la vita, con la (v. 5) fecondata dai suoi raggi, subentra il suo contrario, la (v. 18) che avvolge nel suo (v. 18) le azioni umane. L’implacabile verità del materialismo domande retoriche colloquio intimo valore delle sepolture razionalismo Anche la Speme, / ultima Dea, fugge i sepolcri urne confortate di pianto sasso Sole bella d’erbe famiglia e d’animali notte obblìo La congiunzione avversativa segna, però, al v. 23 una svolta significativa nello sviluppo discorsivo del carme: dal dominio della natura si passa a una prospettiva diversa, anch’essa introdotta mediante due interrogative ( […] vv. 23-25; […] , vv. 26-29). , come suggerisce la presenza di aggettivi quali (v. 29) e (v. 36), che elevano il discorso a un piano spirituale. Foscolo infatti corregge la logica materialistica e negativa iniziale con una sentimentale e positiva: l’azione distruttiva della natura può essere bilanciata da un’altra verità non meno importante, quella emotiva e poetica, in virtù della quale il può sconfiggere, almeno idealmente, il tempo e la sua forza di distruzione. Il sepolcro rappresenta dunque un’ (v. 24) , attraverso il ricordo di coloro che rimangono, stretti gli uni agli altri in una (v. 30), in un abbraccio che il chiasmo* rende eloquentemente ( , vv. 32-33). Il (v. 38), a questo punto, portando con sé l’identità di un nome e un preciso valore affettivo, non è più una semplice lastra tombale, ma diventa (v. 42), che custodisce un vincolo profondo. I vv. 41-50 introducono però una condizione: . A differenza del magnanimo, , prigioniero del meccanismo materiale che non può aspirare a superare; la sua esistenza non prosegue oltre la morte fisica perché la sua vita è stata priva di valori morali da lasciare in eredità ai posteri: intorno alla sua tomba si sviluppa il terreno incolto, metafora* di un’aridità senza conforto, puntualmente confermata da scelte lessicali che rimandano al campo semantico della desolazione ( , v. 47). L’unica sopravvivenza possibile Ma Ma perché pria del tempo ?, Non vive ei forse anche sotterra ? La concezione razionale della realtà lascia spazio a quella sentimentale celeste sacre culto pietoso delle tombe illusïon di sopravvivenza per i defunti corrispondenza d’amorosi sensi per lei si vive con l’amico estinto / e l’estinto con noi sasso urna la tomba non conforta tutti allo stesso modo lo spirito volgare rimane fuori dalla corrispondenza ortiche di deserta gleba Lo snodo fondamentale della prima parte dei si trova però al v. 51, dove troviamo una ( ). L’avversativa preannuncia la presa di posizione polemica del poeta contro gli effetti dell’ , primo tra tutti l’impossibilità di distinguere i sepolcri e quindi di riconoscere le tombe dei grandi, i quali rimangono così vittime di un’assurda volontà livellatrice. Significativo in questo senso è l’ , sepolto in una fossa comune e forse oltraggiato dal contatto con il corpo di un ladro. Questo ignobile trattamento riservato a un uomo venerabile è un indizio dei tempi, che riportano l’uomo nella dell’istinto bestiale, nella (v. 88) che simboleggia il venir meno dell’umanità, l’eclissi della pietà e del rispetto che si deve a un grande poeta. Nella (v. 83), dipinta da Foscolo con le immagini lugubri tipiche della , il dialogo tra i vivi e i morti non è possibile: la civiltà e la luce sono sostituite dalla barbarie e dall’oscurità. Gli effetti di una legge ingiusta Sepolcri violenta «transizione» Pur nuova legge pur editto di Saint-Cloud esempio di Parini dimensione primitiva squallida notte funerëa campagna moda sepolcrale preromantica