ANALIZZIAMO INSIEME / T10 / La storia dei culti funebri , seconda parte (vv. 91-150) Dei Sepolcri Endecasillabi sciolti. «Istituzione delle sepolture nata con il patto sociale (vv. 91-96). Religione per gli estinti derivata dalle virtù domestiche (vv. 97-100). Mausolei eretti dall’amore della patria agli Eroi (vv. 101-103). Morbi e superstizioni de’ sepolcri promiscui nelle chiese cattoliche (vv. 104-114). Usi funebri de’ popoli celebri (vv. 114-136); inutilità de’ monumenti alle nazioni corrotte e vili (vv. 137-150)». METRO / Il valore sociale della sepoltura / PARAFRASI, Analisi e note , toglieano i vivi all’etere maligno ed alle fere i miserandi avanzi che Natura con veci eterne a sensi altri destina. Testimonianza a’ fasti eran le tombe, ed are a’ figli; e uscìan quindi i responsi de’ domestici Lari, e fu temuto su la polve degli avi il giuramento: religïon che con diversi riti le virtù patrie e la pietà congiunta tradussero per lungo ordine d’anni. ; né agl’incensi avvolto de’ cadaveri il lezzo i supplicanti contaminò; né le città fur meste d’effigïati scheletri: le madri balzan ne’ sonni esterrefatte, e tendono nude le braccia su l’amato capo del lor caro lattante onde nol desti il gemer lungo di persona morta chiedente la venal prece agli eredi dal santuario. Dal dì che nozze e tribunali ed are diero alle umane belve esser pietose di se stesse e d’altrui 95 100 Non sempre i sassi sepolcrali a’ templi 105 fean pavimento 110 Dal giorno in cui le istituzioni della famiglia ( ), della giustizia ( ) e della religione ( ) fecero nascere negli uomini primitivi che vivevano ancora in uno stato bestiale ( ) la pietà per loro stessi e per gli altri, i vivi iniziarono a sottrarre all’azione distruttrice degli agenti atmosferici ( ) e all’assalto delle belve ( ) i miseri resti che la Natura, nella trasformazione che opera continuamente ( ), destina ad altre forme di vita ( ). Le tombe erano la testimonianza delle glorie passate ( ), e costituivano altari ( ) per i figli dei morti; e da quelle sepolture ( ) venivano tratti ( ) i responsi degli dèi protettori della casa ( ), e sempre fu rispettato il giuramento fatto sulle tombe ( ) degli antenati: fu questa una religione che le virtù civili congiunte con la pietà tramandarono, in forme rituali diverse, per una lunga serie ( ) di anni. Non sempre le lapidi ( ) hanno fatto da pavimento alle chiese ( ); né l’odore dei cadaveri misto alle esalazioni dell’incenso ha contaminato i fedeli che pregavano ( ); né le città sono state rattristate ( ) dalle immagini degli scheletri: le madri si svegliano dal sonno terrorizzate ( ), e tendono le braccia nude sulla testa amata del caro figlio appena nato ( ), affinché non lo desti il gemito prolungato di una persona morta che, dalla chiesa in cui è sepolta, chiede agli eredi le messe di suffragio che devono essere pagate ( ). 91-114 nozze tribunali are umane belve etere maligno fere con veci eterne a sensi altri fasti are quindi uscìan Lari polve ordine sassi templi i supplicanti fur meste esterrefatte lattante venal prece L’istituzione delle tombe è . L’autore inaugura qui una polemica contro le abitudini, sorte nel Medioevo cristiano, di associare la tomba a e malsane. (vv. 91-93) alla base della civiltà umana (vv. 104-105) immagini e percezioni spaventose richiamo dantesco («aere maligno», , V, 86). le tombe un tempo erano monumenti, anche nel senso letterale di “ricordi” delle glorie passate, e luoghi sacri ( , cioè “altari”) per figli e discendenti dei defunti, come per il popolo intero. presso le tombe ci si rivolgeva ai defunti come a divinità familiari ( ) per trarre ispirazione (avere ) in occasione di decisioni importanti. il costume di seppellire i morti nelle chiese era tipico del culto cattolico medievale. le immagini mortuarie e sinistre abbondavano in epoca medievale e anche oltre. messa di suffragio (che viene ricompensata con un’offerta in denaro al sacerdote che la celebra), per abbreviare la permanenza dei defunti in Purgatorio. L’aggettivo presenta uno spunto di polemica anticlericale da parte di Foscolo. 94 etere maligno: Inferno 97-98 Testimonianza… figli: are 98-99 uscìan… Lari: Lari responsi 104-105 Non sempre… pavimento: 108 effigïati scheletri: 113 venal prece: venal . Rapìan gli amici una favilla al Sole a illuminar la sotterranea notte, perché gli occhi dell’uom cercan morendo il Sole; e tutti l’ultimo sospiro mandano i petti alla fuggente luce. Ma cipressi e cedri 115 di puri effluvi i zefiri impregnando perenne verde protendean su l’urne per memoria perenne, e prezïosi vasi accogliean le lagrime votive 120 Ma ci fu un tempo in cui cipressi e cedri, impregnando l’aria primaverile ( ) di purissimi profumi, tendevano sulle tombe i loro rami perennemente verdi a perpetuare la memoria dei defunti, e vasi preziosi raccoglievano le lacrime offerte in voto. Gli amici rubavano ( ) una scintilla ( ) al Sole per illuminare il buio della tomba ( ), perché gli occhi dell’uomo che muore cercano la luce; e tutti i petti rivolgono l’ultimo respiro alla luce che fugge. 114-123 i zefiri Rapìan favilla la sotterranea notte Il riferimento alla consente al poeta di suggerire un’immagine positiva del cimitero come luogo di serenità e di pace. (vv. 114-118) classicità con questa avversativa, dopo aver trattato il periodo medievale Foscolo passa a descrivere l’età classica. i vasi posti nelle tombe di epoca classica erano destinati a contenere profumo. gli amici del defunto accendevano una lampada per illuminare l’oscurità del sepolcro. 114 Ma: 117-118 prezïosi… votive: 119-120 Rapìan… notte: