E dicea sospirando: «Oh se mai d’Argo, ove al Tidìde e di Läerte al figlio pascerete i cavalli, a voi permetta ritorno il cielo, invan la patria vostra cercherete! Le mura, opra di Febo, sotto le lor reliquie fumeranno. Ma i Penati di Troia avranno stanza in queste tombe; ché de’ Numi è dono servar nelle miserie altero nome. 265 270 E diceva sospirando: «Oh se mai il destino vi permetterà di ritornare dalla Grecia ( ), dove pascolerete i cavalli di Diomede ( ) e di Ulisse ( ), cercherete invano la vostra patria! Le mura, costruite da Apollo ( ), giaceranno incenerite ( ) sotto le proprie macerie ( ). Ma gli dèi della patria troiana ( ) avranno dimora ( ) in queste tombe; perché è una prerogativa degli dei ( ) conservare ( ) una fama gloriosa ( ) anche nelle sventure. 263-271 d’Argo Tidìde figlio di Läerte Febo fumeranno reliquie i Penati di Troia stanza de’ Numi è dono servar altero nome la città del capo dei guerrieri greci Agamennone; indica qui genericamente la Grecia (sineddoche). Cassandra profetizza ai nipoti un futuro di schiavitù nella terra dei vincitori, dopo la distruzione di Troia (vv. 267-268: ). a Diomede, indicato con il patronimico che significa “figlio di Tideo”. a Ulisse. secondo il mito, le mura di Troia erano state costruite da Apollo ( ). gli spiriti degli eroi troiani, assurti dopo la morte a divinità protettrici delle città. 263 Argo: Le mura… fumeranno 264 al Tidìde: di Läerte al figlio: 267 Le mura… di Febo: Febo 269 Penati: E voi, palme e cipressi che le nuore piantan di Priamo, e crescerete ahi presto di vedovili lagrime innaffiati, proteggete i miei padri: e chi la scure asterrà pio dalle devote frondi men si dorrà di consanguinei lutti, e santamente toccherà l’altare. Proteggete i miei padri. Un dì vedrete mendico un cieco errar sotto le vostre antichissime ombre, e brancolando penetrar negli avelli, e abbracciar l’urne, e interrogarle. Gemeranno gli antri secreti, e tutta narrerà la tomba Ilio raso due volte e due risorto splendidamente su le mute vie per far più bello l’ultimo trofeo ai fatati Pelìdi. 275 280 285 E voi, palme e cipressi che le nuore di Priamo ora piantano, e che fra poco ahimè ( ) crescerete bagnati, da lacrime di vedove, proteggete i miei antenati ( ): e colui che, pietosamente, si asterrà dal colpire con la scure ( ) le fronde sacre ( ), dovrà dolersi di meno per la perdita di persone care ( ), e con mano pura ( ) potrà permettersi di toccare gli altari degli dèi. Proteggete i miei antenati! Un giorno vedrete un mendicante cieco vagare sotto le vostre ombre antichissime, ed entrare a tentoni ( ) nelle tombe sotterranee ( ), e abbracciare le urne cinerarie, e interrogarle. Le profonde cavità ( ) dei sepolcri gemeranno, e le tombe tutte insieme narreranno di Troia ( ) rasa al suolo due volte e due volte risorta splendidamente sulle vie silenziose ( ), per rendere più bella la vittoria finale ( ) ai figli di Peleo, chiamati dal destino ( ) a distruggerla. 272-288 ahi presto padri la scure asterrà devote di consanguinei lutti santamente brancolando avelli gli antri secreti Ilio mute l’ultimo trofeo fatati le due piante sono state scelte da Foscolo per il loro preciso significato, essendo le simbolo di valore e i simbolo di morte. le lacrime delle donne troiane, vedove dei loro mariti, morti combattendo contro i Greci. Cassandra ammonisce i vincitori greci a non profanare un luogo destinato al ricordo dell’eroismo dei guerrieri troiani caduti in guerra. Il predicativo del soggetto (v. 276) rimanda al latino , “devoto”, “rispettoso degli dèi”. Foscolo allude a Omero, che la tradizione rappresentava cieco e mendicante. sono quelle degli alberi collocati presso le tombe dei guerrieri troiani (le e i del v. 272). singolare collettivo. secondo la leggenda, Troia sarebbe stata distrutta da Ercole e dalle Amazzoni, prima di essere annientata definitivamente dai Greci. In realtà gli scavi archeologici hanno dimostrato che le distruzioni e le ricostruzioni della città furono più numerose. sul terreno rimasto deserto dopo la distruzione della città. metonimia per “vittoria”. per estensione i Greci ( dal patronimico di Achille e di suo figlio Pirro, protagonista della rovina di Troia), perché destinati dal fato a distruggere la città. 272 palme e cipressi: palme cipressi 274 vedovili lagrime: 275-278 e chi la scure… l’altare: pio pius 280 mendico un cieco: 281 antichissime ombre: palme cipressi 284 tutta… la tomba: 285 Ilio… risorto: 286 su le mute vie: 287 trofeo: 288 fatati Pelìdi: Pelìdi fatati                             Il sacro vate, placando quelle afflitte alme col canto, i prenci argivi eternerà per quante abbraccia terre il gran padre Oceàno. E tu onore di pianti, Ettore, avrai, ove fia santo e lagrimato il sangue per la patria versato, e finché il Sole risplenderà su le sciagure umane». 290 295 Il sacro poeta ( ), consolando con il suo canto quelle anime ( ) afflitte, renderà eterna la fama dei condottieri greci ( ) in tutte le terre che il grande padre Oceano abbraccia. E anche tu, Ettore, avrai l’onore dei pianti funebri, dovunque sarà considerato sacro ( ) e degno di compianto ( ) il sangue versato per la patria, e finché il Sole splenderà sulle sciagure umane». 288-295 vate alme prenci argivi santo lagrimato greci (come già al v. 263 indica l’intera Grecia). gli antichi credevano che tutte le terre emerse fossero circondate da un unico grande mare, l’oceano. Omero dunque renderà eterna la fama dei condottieri greci in tutto il mondo. il celebre guerriero troiano morto nello scontro con Achille. È l’emblema del combattente valoroso, pronto a svolgere fino in fondo il proprio dovere, pur essendo consapevole del proprio ineluttabile destino di vinto. Per Foscolo il suo eroismo sarà riconosciuto in futuro fino a quando continuerà a essere coltivato il valore del sacrificio per la patria. perifrasi per dire “fino alla fine dei tempi”. 290 argivi: Argo 290-291 per quante… Oceàno: 292 Ettore: 294-295 finché il Sole… umane: