Alessandro Manzoni – I GRANDI TEMI | 1 | La formazione illuministica Sebbene nipote di , Manzoni non entra subito in contatto con i princìpi cardine dell’Illuminismo. Come abbiamo visto, egli infatti viene affidato dal padre a collegi religiosi tradizionalisti e votati alla più severa disciplina: è per contrasto che scaturisce nel giovane una veemente , espressa nei versi Del trionfo della Libertà, scritti a sedici anni e pervasi dall’entusiasmo per gli ideali della Rivoluzione francese e dal disprezzo verso il Vaticano, i privilegi nobiliari e l’assolutismo politico. Durante gli anni trascorsi a Parigi (1805-1810), ai furori giacobini si sostituisce una meditata , grazie al rapporto con il circolo degli (soprattutto Claude Fauriel), che dell’Illuminismo danno un’interpretazione liberale, mossi da un’ostilità di fondo all’autoritarismo napoleonico. Il loro modello di apertura culturale, di impegno civile e rigore morale agisce a fondo sullo spirito del giovane Manzoni, che sempre dimostrerà la propria insofferenza dinanzi ai rigidi schemi precostituiti, tanto in ambito politico quanto in ambito letterario. In quest’ottica la conversione al cattolicesimo non rappresenta per Manzoni una frattura radicale, ma l’evoluzione di opinioni già consolidate: da un lato egli si allontana dai concetti dell’Illuminismo in contrasto con le verità di fede, per cui rigetta il materialismo e il ricorso in letteratura alla mitologia classica, ritenuto una forma di «idolatria»; dall’altro si mantiene fedele agli ideali di libertà, uguaglianza e giustizia, vedendo nel Vangelo la loro più alta realizzazione. Cesare Beccaria volontà di ribellione assimilazione delle idee illuministe idéologues Paul Lancel, (particolare), litografia, 1852. Parigi, Boulevard de la Madeleine