intre cci LETTERATURE STRANIERE Luis de G ngora La lirica barocca in Europa Come si è visto ( p. 28), la poetica barocca si diffonde in tutta Europa come espressione delle medesime suggestioni e inquietudini, presentando però caratteri differenti. In Inghilterra e in Spagna, per esempio, l uso della metafora e il concettismo hanno uno spessore conoscitivo e intellettuale ignoto al panorama lirico italiano, spesso fermo alla ricerca della meraviglia , al gioco ludico e disimpegnato delle trasgressioni formali. Autori come gli inglesi William Shakespeare (1564-1616) e John Donne (1572-1631) e gli spagnoli Luis de G ngora y Argote (1561-1627) e Francisco de Quevedo y Villegas (1580-1645) fanno del linguaggio prezioso e della retorica barocca lo specchio di una visione sofferta e problematica dell esistenza, in cui acquista rilievo lo scandaglio dell animo umano. La cifra stilistica di G ngora In Spagna, in particolare, il concettismo conosce esiti di grande valore, anche da un punto di vista teorico: si può ricordare, a tale proposito, il saggio del gesuita Baltasar Graci n (1601-1658), Acutezza e arte dell ingegno, pubblicato nel 1648. L interprete più importante di questa tendenza è il citato Luis de G ngora, che conduce il linguaggio a un livello di straordinaria concentrazione espressiva mediante un uso abilissimo di artifici fonosimbolici (che lo renderanno particolarmente amato nel secondo Ottocento dai poeti simbolisti e nel primo Novecento da quelli ermetici; tra questi ultimi Giuseppe Ungaretti, che ne tradurrà i versi in italiano). Poeta di un mondo in cui convivono il burlesco e l eroico, il religioso e il profano, G ngora realizza forme letterarie di erudita oscurità, abili e ingegnose, dominate da tetre scenografie, ricche immagini, complicate innovazioni lessicali e sintattiche. I contenuti delle sue opere esprimono una visione desolata e pessimistica della vita, che denuda le illusioni e le mistificazioni coltivate dall uomo. Riportiamo qui uno dei suoi sonetti più celebri, Della brevità ingannevole della vita (De la brevedad enga osa de la vida), in cui il poeta invita il prossimo a non «inseguire ombre e «abbracciare inganni , consapevole che la fuga implacabile del tempo lascia solo rovine, come testimonia il triste caso di Cartagine, un tempo florida città, di cui non rimangono che resti polverosi. Mai bramò tanto veloce saetta decreto segno che poi morse acuta, carro in agone per la rena muta mai coronò con più silenzio meta, Menos solicit veloz saeta destinada se al, que mordi aguda; agonal carro en la arena muda no coron con m s silencio meta, quanto affannosa va, quanto segreta la nostra età al suo fine.1 A chi ne dubita, quasi una fiera che di senno è nuda, ogni sole che torna è una cometa.2 que presurosa corre, que secreta, a su fin nuestra edad. A quien lo duda (fiera que sea de raz n desnuda) cada sol repetido es un cometa. Cartagine l attesta,3 e tu l ignori? Corri pericolo, Licio,4 ostinato5 a inseguire ombre, ad abbracciare inganni. Confiésalo Cartago, y t lo ignoras? Peligro corres, Licio, si porf as en seguir sombras y abrazar enga os. Non te risparmieranno certo le ore, le ore che limando vanno i giorni, i giorni che rodendo vanno gli anni. Mal te perdonar n a ti las horas, las horas que limando est n los d as, los d as que royendo est n los a os. 58 / IL SEICENTO 1 Mai fine: mai freccia si diresse (bramò) tanto velocemente verso il bersaglio stabilito (decreto segno) che poi colpì con punta acuminata, mai un carro in gara (in agone) sulla sabbia muta doppiò più silenziosamente la meta quanto affannosamente e segretamente va la nostra vita verso la morte. La meta è la colonna intorno alla quale girano i carri durante una gara. 2 A chi cometa: per chi non si rende conto di ciò, come un animale selvaggio privo di ragione, ogni giorno nuovo è funesto come una cometa. La cometa è, per tradizione, considerata un segno di sventura. 3 l attesta: lo testimonia. 4 Licio: è il poeta stesso, che usa questo nome come quello di una sorta di alter ego fittizio. 5 ostinato: se ti ostini.