| 4 | La noia Il motivo della noia ricorre in tutta la produzione leopardiana, sia in versi sia in prosa: si tratta di quel senso di vuoto che l’uomo percepisce quando cadono le sue aspirazioni e si sente incapace di vivere e partecipare al flusso della vita, sempre così diversa dai sogni, dalle speranze e dalle immaginazioni, immobile in un tempo umano uniforme e indistinto. Tuttavia, la noia non colpisce tutti gli uomini in modo indiscriminato. Se da un lato infatti essa nasce da quell’ infinita che appartiene a tutti gli uomini, dall’altro coglie esclusivamente chi ha : chi, in altri termini, vive la dimensione emotiva della fragilità e della transitorietà dell’esistenza e perciò vede frustrato il proprio bisogno di assoluto. La responsabilità di questo stato d’animo ricade sulla natura: è essa ad alimentare il desiderio di piaceri, che si rivelano poi irrealizzabili. L’«apparir del vero», come Leopardi scrive nel canto (vedi T11, p. 753), fa infatti svanire la speranza che il domani sia diverso dal presente: e il tempo della vita si rivela una sequenza senza variazioni. Per poter sperare nella felicità, all’uomo non rimane che – illusoriamente – rinviarla sempre a un domani migliore. inappagato desiderio di felicità coscienza della vanità delle cose A Silvia i giorni, i mesi e gli anni sono invece destinati a trascorrere sempre uguali Veduta di Recanati. p. 803 DAI TEMI AI TESTI: T18