| 3 | La scelta del volgare Lo stile di Galileo non segue le consuetudini espressive proprie del suo tempo: mentre la letteratura barocca ama la bizzarria, l’esagerazione e l’astrusità formale, la prosa dello scienziato pisano è un modello di ordine, di e di . La ricerca della concretezza non va confusa però con la banalità formale: l’entusiasmo dello scopritore e la combattività del pensatore in lotta con le convenzioni del suo tempo si accompagnano spesso a un’aggettivazione ricca ed efficace, a un’eloquenza polemica e a un’ironia alimentata da metafore e immagini curiose. D’altra parte, non dobbiamo dimenticare che, oltre che scienziato, Galileo è anche un letterato: un , profondo conoscitore della poesia e della prosa cinquecentesche, protagonista in prima persona delle discussioni linguistiche e retoriche che animano la scena culturale coeva. Il suo ideale di comunicazione si rifà al modello di Ariosto, capace di adattarsi con grande varietà ed eleganza allo spirito della civiltà rinascimentale, anche sul difficile piano dei rapporti con il potere; viceversa la scrittura di Tasso gli appare incerta, oscura e artificiosa, emblema di un gusto prebarocco alla vacua ricerca del meraviglioso. La letteratura rappresenta infatti per Galileo lo specchio di una precisa mentalità e di un determinato orientamento ideologico. La scelta di scrivere in volgare, soprattutto, non rimanda a una semplice opzione estetica, ma piuttosto a un aspetto decisivo della sua “politica culturale”. Mentre, nella sua epoca, i testi scientifici continuano a essere redatti in latino, egli decide di adottare prevalentemente il volgare perché , secondo una prospettiva fortemente anticlassista. Il messaggio delle grandi scoperte deve essere quindi divulgato in forme “democratiche” e giungere con chiarezza anche ai borghesi e agli esponenti delle categorie produttive. Non a caso, per far circolare il più possibile le idee e metterle a confronto tra loro, Galileo si serve dei due generi che ritiene più congeniali alla promozione intellettuale. L’ , rivolgendosi a destinatari lontani, permette di e, allo stesso tempo, di presupporre la presenza di un interlocutore da sollecitare e convincere, anche in modo fittizio, o comunque ben sapendo che si tratta di una comunicazione solo formalmente privata, destinata in ultima istanza alla pubblicazione. Il consente di sottolineare invece, nel confronto-scontro degli argomenti, il : si presta, insomma, a diventare un valido strumento di polemica metodologica, affidando al lettore il compito di riflettere, senza pregiudizi, sulla costante e faticosa ricerca della verità. elegante chiarezza cristallina perfezione letterato raffinatissimo ritiene che la scienza debba essere alla portata di tutti epistola superare barriere e confini dialogo conflitto tra il vecchio e il nuovo p. 80 Dai temi AI TESTI: T2