Galileo Galilei – LE OPERE | | Il Saggiatore Nel 1618 la nei cieli d’Europa scatena il desiderio di interpretare il fenomeno. I primi studiosi a pronunciarsi sono i gesuiti del Collegio romano: tra questi, è reputata particolarmente autorevole la figura del matematico e astronomo Orazio Grassi, il quale, nella (Disputa astronomica sulle tre comete dell’anno 1618), definisce le comete come veri e propri corpi celesti dotati di moto circolare. Per confutare le argomentazioni del gesuita, Galileo affida una replica prima al proprio allievo Mario Guiducci ( ); poi, dopo la pubblicazione di un altro testo di Grassi, la (Bilancia astronomica e filosofica), edito sotto lo pseudonimo di Lotario Sarsi, decide di entrare nella disputa in prima persona con , opera pubblicata nel 1623 dall’Accademia dei Lincei. Una disputa astronomica comparsa di tre comete Disputatio astronomica de tribus cometis anni MDCXVIII Discorso delle comete Libra astronomica ac philosophica Il Saggiatore in volgare e rivolta al poeta Virginio Cesarini (1595-1624), membro dell’Accademia, il testo vuole essere, già dal titolo, una recisa smentita delle teorie dell’avversario, analizzate e respinte punto per punto: il “saggiatore”, infatti, è una , ben più precisa di quella cui fa riferimento Grassi con il termine , che in latino designa una bilancia di uso generico. Non meno provocatorio è l’impiego del : l’inserimento nell’opera di alcuni passi in latino, ripresi dai testi di Grassi, e il ricorso a una lingua comprensibile anche al pubblico dei “non addetti ai lavori” vogliono sottolineare implicitamente la distanza tra un sapere ingessato in forme ormai obsolete e un nuovo metodo conoscitivo, espressione di una mentalità aperta e non più dogmatica. Contro il sapere tradizionale Scritto in forma di lettera bilancia da orefice libra volgare Nello specifico, la tesi di Galileo in merito alla natura delle comete è errata (egli le ritiene infatti delle illusioni ottiche causate dai raggi solari), ma l’importanza dell’opera non sta nella sua valenza di testo cosmologico, bensì nella sua . Lo scienziato, infatti, si scaglia contro la tradizione culturale del suo tempo, incline a ricorrere persino a citazioni erudite e letterarie per accreditare tesi razionalmente infondate. La nuova scienza deve invece interpretare il “libro della Natura” con l’aiuto della matematica e della geometria, basandosi non su astratte elucubrazioni, ma su esperimenti e constatazioni empiriche (le «sensate esperienze»), che portino a conclusioni consequenziali (le «necessarie dimostrazioni»). «Sensate esperienze» e «necessarie dimostrazioni» polemica metodologica La scienza deve basarsi sull’esperienza e sull’osservazione della natura. FISSO I CONCETTI