PERCORSI NEL 900 Letteratura & giornalismo I bambini morti di Albenga / T1 / Dino Buzzati 5 10 15 20 25 30 35 Albenga, 17 luglio 1947 notte La camera ardente di Albenga resterà fra le cose più grandi e spaventose di tutti questi anni e della mia personale vita: la camera ardente e ciò che vi è accaduto nel pomeriggio di oggi. Ad un certo punto ha perso ogni significato il sapere come i 43 bambini fossero morti, non è importato più né il nome, né i cosiddetti episodi, né gli sforzi per il salvataggio, né di chi potesse essere la colpa. rimasto unicamente lo spettacolo indicibile del basso stanzone della Croce Bianca, col soffitto imbiancato a calce, lungo le pareti le vetrine del sodalizio1 e appesi i ritratti di vecchi benefattori. Perché qui la morte aveva allestito una faccenda talmente infernale che tutte le stragi degli anni scorsi, per quanto crudeli e cariche di sangue, risultano al paragone pallidi e quasi grotteschi tentativi. Ridicolo al paragone il famoso Trionfo della Morte2 della pittura antica, retorici i campi di battaglia di Napoleone, inutilmente esagerato lo sterminio delle città bombardate dagli aeroplani, perfino Buchenwald e Auschwitz non raggiungono una così sobria potenza. Mai, diciamo, la morte aveva chiuso in un quadro così compatto e inesorabile il suo trionfo. Chi entrava oggi nell ambulatorio della Croce Bianca di Albenga sentiva, nel senso letterale della parola, una cosa diaccia3 e pesantissima entrargli poco più su della bocca dello stomaco dentro al petto. E più guardava, più questa cosa indefinibile faceva forza dentro di lui. Non serve dire: 43 anime tenerissime volate in un sol colpo al Creatore; non serve pensare a diecine e diecine di famiglie spezzate all improvviso da un telegramma o dalla tremenda ambasciata4 d un messo comunale: le parole non servono a niente. Bisognava vedere quei 43 piccolissimi uomini allineati su un unico pancone, poi a destra quelle quattro donne, unite a loro da un bizzarro destino, distese su un pancone separato, quasi fossero delle intruse. evidente che su queste povere donne la morte non faceva assegnamento nel suo calcolo di catastrofe,5 che le ha portate via perché non poteva farne a meno e che le erano del tutto superflue. Bisognava vedere e bastava un baleno d occhiata quello schieramento di testine ceree, di manine ugualmente raccolte sul petto, di gambette esili, di piccoli piedi abbandonati in un immobile sonno. Bisognava vedere come si assomigliavano in modo allucinante le 43 faccine, non impaurite, non doloranti, bensì dolcemente attonite e, in certo modo, rassegnate. Fra le mani ciascuno teneva con delicatezza una immagine sacra e un fiore, le palpebre erano attaccate appena appena. Senza nessuna retorica erano tutti belli ed estremamente gentili. «Tante bambole, sembrano disse uno. Quarantatré bambole con dentro chiuso in ciascuna il vasto mistero della morte. 1 del sodalizio: dei soggetti istituzionali (comuni, province ecc.) che aderiscono alla Croce Bianca. 2 Trionfo della Morte: quadri e affreschi, soprattutto di epoca medievale, in cui la Morte, personificata, veniva rappresentata in una sorta di trionfo sugli esseri umani, sulle loro attività e sulle loro passioni. 3 diaccia: gelida, ghiacciata. 4 ambasciata: comunicazione. 1044 / IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA 5 evidente di catastrofe: è chiaro che la morte non era interessata a portare con sé le quattro donne per ottenere il suo effetto di catastrofe, poiché a tale scopo bastavano già i quarantatré bambini.