VERSO LE UDA COMPETENZE attive Comunicare, ascoltare, dialogare LO STRUMENTO LINGUISTICO NEL LAVORO DI GRUPPO Ungaretti a Venezia nel 1970, durante le proteste studentesche. Un dibattito lungo un secolo L intellettuale del Novecento è generalmente impegnato, militante come si dice in gergo. A partire dai primissimi anni del secolo, le voci di tanti giovani intellettuali diventano parte attiva di un dibattito culturale che appare incessante e che prende vita attraverso un caratteristico mezzo usato per diffondere nuove idee: la rivista. Un gruppo di giovini, desiderosi di liberazione, vogliosi di universalità, anelanti ad una superior vita intellettuale si sono raccolti in Firenze sotto il simbolico nome augurale di Leonardo per intensificare la propria esistenza, elevare il proprio pensiero, esaltare la propria arte. Nella vita son pagani e individualisti amanti della bellezza, dell intelligenza, adoratori della profonda natura e della vita piena, nemici di ogni forma di pecorismo nazareno e di servitù plebea. Nel pensiero son personalisti e idealisti, cioè superiori ad ogni sistema e ad ogni limite, convinti che ogni filosofia non è che un personal modo di vita negatori di ogni altra esistenza di fuor dal pensiero. Nell arte amano la trasfigurazione ideale della vita e ne combattono le forme inferiori, aspirano alla bellezza come sug- 1056 gestiva figurazione e rivelazione di una vita profonda e serena. (Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini, Programma sintetico, Il Leonardo , I, 1, 4 gennaio 1903) Anche quando afferma di non aver più niente da dire (il canto strozzato di tanti poeti primonovecenteschi, dai crepuscolari alle flebili voci della generazione che esordisce negli anni Trenta), in realtà l intellettuale sta già manifestando, sta prendendo una posizione attraverso il rifiuto a gridare . Vero è che, invece, tanti intellettuali, nel corso del XX secolo gridano e gridano forte, talvolta all unisono e altre volte addosso; contro le ideologie che vogliono soffocare la libertà o contro la società che sembra deluderli. Quando poi le voci si abbassano, quando le polemiche si stemperano, appare chiaro che confrontarsi con l opinione altrui è la strada più breve per una crescita culturale. Dalle avanguardie storiche che intendono spezzare i legami con la tradizione, ai futuristi con le eccentriche manifestazioni delle loro serate, al dibattito tra interventisti e neutralisti all alba della Prima guerra mondiale, alla firma dei manifesti degli intellettuali fascisti e antifascisti del 1925, fino alle voci di Matteotti, Gramsci, Gobetti, Ungaretti, Montale, Moravia, Pasolini, Calvino; mai il dibattito intellettuale si è mostrato vivo come nel Novecento.