Giovanni PASCOLI – LA VITA | UN’ESISTENZA SEGNATA DAL DOLORE | Quarto figlio di una famiglia numerosa piuttosto agiata, Giovanni Pascoli nasce a (oggi San Mauro Pascoli) il 31 dicembre del . Cresce circondato dagli affetti e a stretto contatto con la natura e i paesaggi della campagna romagnola, temi e visioni che saranno cardini del suo immaginario poetico. Il padre, Ruggero, amministratore della tenuta La Torre di proprietà dei principi Torlonia, lungo il Rio Salto, lo manda a studiare, dopo la prima elementare, a Urbino, nel Collegio Raffaello, gestito dai padri Scolopi, ecclesiastici noti in tutta Italia per la loro erudizione e, soprattutto, eccellenti latinisti: , dirà più tardi con un eccesso di modestia ai suoi compagni di università, . Giovanni è in , insieme ai fratelli maggiori Luigi e Giacomo e al minore Raffaele, quando, il , lo raggiunge la notizia che interrompe traumaticamente un’infanzia fino a quel momento felice: è stato mentre tornava in calesse da Cesena, dove era andato per affari. Il colpevole e il movente del gesto rimarranno un mistero: i sospetti della famiglia cadono su un tale Pietro Cacciaguerra, il quale sarebbe stato spinto all’assassinio dal desiderio di subentrare a Ruggero nella carica di amministratore della tenuta. Tuttavia le indagini, orientate in un primo momento verso la pista politica (si diceva infatti che gli ambienti socialisti e anarchici non avessero perdonato a Ruggero, un tempo simpatizzante repubblicano, la conversione monarchica), non sortiscono effetti, e gli esecutori e i mandanti del delitto non saranno mai individuati. Il poeta rimarrà segnato per sempre da questa tragedia, primo anello di una interminabile che funesta la sua adolescenza e ne condiziona la vita: l’anno dopo, nel 1868, muore di tifo la sorella maggiore, Margherita, seguita subito dalla madre e poi dal fratello Luigi, stroncato nel 1871 dalla meningite. Rimasto e privo di mezzi economici, nell’arco di pochi anni Giovanni è costretto a seguire a Rimini il fratello Giacomo, ormai il capofamiglia, e poi a trasferirsi a Firenze, dove gli Scolopi gli garantiscono un’istruzione gratuita presso il locale liceo. San Mauro di Romagna 1855 «Quel poco di latino che so» «l’ho imparato dai padri Scolopi» collegio 10 agosto 1867 il padre ucciso da una fucilata catena di lutti orfano | DA STUDENTE A DOCENTE | Terminati gli studi liceali, nel 1873 Pascoli vince una borsa di studio e può iscriversi alla facoltà di Lettere dell’Università di Bologna. Ciò, tuttavia, non mitiga le inquietudini del giovane, che si lega ai bolognesi, diventa amico del rivoluzionario Andrea Costa e inizia a presenziare alle riunioni clandestine e alle manifestazioni di piazza. La partecipazione, nel 1876, a una protesta studentesca contro l’allora ministro dell’Istruzione Ruggero Bonghi lo segnala alla pubblica autorità; tre anni dopo, nel (era morto, nel 1876, anche il fratello Giacomo), privo di tutela e sostegno economico, costretto – pare – perfino a elemosinare per le strade di Bologna, Pascoli , accusato di . Trascorre in carcere tre mesi, dopo i quali abbandonerà la militanza politica attiva, concentrandosi unicamente sullo studio e sulla poesia: può così laurearsi nel 1882 e prendere servizio come nel liceo di Matera. circoli socialisti 1879 viene arrestato attività sovversive professore di Lettere latine e greche | IL «NIDO», LA POESIA, LA FAMA | Nel 1884 Pascoli viene trasferito al liceo di Massa e l’anno dopo a quello di Livorno, riuscendo a mantenere unito il legame con le sorelle Ida e Maria, strette intorno a lui all’interno del tanto desiderato «nido». Alla fine del 1894, però, Ida si fidanza e pochi mesi dopo si sposa: Pascoli ne è sconvolto, considera il matrimonio della sorella come un affronto e un tradimento.